Loris, il dolore della famiglia
Sono trascorsi tre anni dalla scomparsa di Loris Elhasa, il bambino di 8 anni trovato agonizzante in fondo ad una scarpata vicino a Taio: il piccolo mancava da casa dal giorno prima e le ricerche, avviate la sera stessa, vennero sospese nel cuore della notte per poi cominciare alle luci dell'alba. Loris morì all'ospedale di Trento e da allora mamma Barbara Tavonatti e la nonna Graziella Chini non si danno pace
TAIO - «Ci sono tanti punti ancora oscuri, le indagini sono state chiuse troppo in fretta - dice la nonna di Loris Elhasa fra le lacrime - Mio nipote non era solo e qualcuno lo sa bene». Per questo, l'obiettivo della famiglia, assistita dall'avvocato Claudio Tasin, è quello di riuscire a far riaprire le indagini. Della scomparsa di Loris Elhasa se ne occupò anche la trasmissione «Chi l'ha visto». Alcuni interrogativi rimasero senza risposta. Uno su tutti: Loris era solo? No, secondo la nonna. Un'ipotesi che le indagini difensive puntano a suffragare attraverso l'analisi del tabulati. «La sera della scomparsa ricevemmo numerose chiamate da parte di una donna, che chiedeva insistentemente se avevamo trovato Loris». Sentita dai carabinieri, la persona avrebbe invece negato di aver fatto quelle telefonate. La signora Graziella Chini prosegue. «Loris non poteva essere arrivato lì da solo. Per me è omicidio e nessuno parla perché tutti hanno paura». Poi ripercorre quella drammatica notte. «Chissà quante ore ha trascorso in quel buco da solo. Forse Loris ha urlato, ha chiamato. Forse aveva sete, freddo, paura - ricorda - Tutti in paese dicono che da solo non poteva essere arrivato lì». A Loris i nonni hanno scritto una lettera. «Loris, il tuo ricordo è custodito gelosamente come un tesoro nei nostri cuori. Sei morto ancora bambino: avevi appena 8 anni e ancora oggi non sappiamo cosa sia veramente successo. Però ti vogliamo ricordare così. Ci sono persone nella vita che ci rendono felici per il semplice caso di aver incrociato il nostro cammino. Alcuni di loro sono amici dell'anima, del cuore, con loro stiamo bene. A volte però vanno via troppo presto e noi non vogliamo lasciarli andare. Sono coloro che fanno parte dell'universo, sono stelle, angeli, luci, colori, fiori, nuvole, sono dentro di noi e non ne escono mai. Tu, Loris, sei uno di quelli, sei entrato piano nei nostri cuori e lì sarai custodito gelosamente dai tuoi nonni. Conforta il desiderio di rivederti un giorno, di rivedere un giorno il tuo sorriso, di risentire la tua voce per continuare colloqui mai finiti. Ciao nostro grande amore. Per sempre».