Crisi libica, l'ansiadelle aziende trentine
Sta sprofondando sempre più nel caos la Libia, con un clima ormai da guerra civile. I mercenari al soldo del regime sparano sulla folla, mentre si ripetono gli assalti ai palazzi del potere. L'ansia delle imprese trentine e dei turisti nel paese in fiammeDANIELE BATTISTEL 250 morti, crollo Borse
PERGINE - Telefoni roventi (quando si riesce a prendere la linea), container pronti per la spedizione fermi in porto e grande ansia nell'attesa di come si evolverà la situazione politica. Sono diverse le imprese trentine che in queste ore osservano con grandissima attenzione quello che sta succedendo in Libia. La situazione si fa di ora in ora più critica, le notizie - anche discordanti tra loro - si rincorrono ogni momento e di certezze ce ne sono pochissime. Se non il fatto che anche ieri sera l'ambasciata italiana a Tripoli ha ribadito il suggerimento ai nostri connazionali di lasciare il paese. Tra le imprese trentine con un filo diretto costante con la Libia c'è la Zanetti di Pergine Valsugana che costruisce e monta serramenti metallici e facciate.
«Abbiamo giù del personale di montaggio» conferma uno dei titolari, Alberto Zanetti dalla sede. L'azienda perginese vanta una lunga esperienza nel paese del Nord Africa. «In questo momento stiamo costruendo facciate continue e montando serramenti per un centro commerciale in fase di realizzazione a Tripoli». Zanetti spiega che lui e un suo collaboratore avrebbero dovuto prendere l'aereo per Tripoli proprio oggi. «Però - afferma l'imprenditore - ancora un paio di giorni fa ci è stato vivamente sconsigliato di recarci in Libia. In questo momento stiamo seguendo la situazione da qui». L'azienda attualmente ha a Tripoli quattro dipendenti, nessuno di loro trentino.
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