Allarme funghi, venti in ospedale

La grande abbondanza di funghi se da una parte fa felici gli appassionati, dall'altra allarma medici e micologi. Nei boschi si trovano non solo brise e finferli, ma anche moltissimi funghi velenosi e purtroppo sono tanti i fungaioli improvvisati. Un fenomeno che ha già causato il ricovero di una ventina di persone all'ospedale di Rovereto per sospetto avvelenamento. Per fortuna nessun caso ha avuto esiti mortali, ma gli esperti raccomandano prudenza

di Barbara Goio

funghi velenosiBrise, funghi dal pino, finferli, finferle, chiodini: è tutto un tripudio di funghi questa estate che non è mai stata vera estate e questo autunno decisamente piovoso. I fungaioli sono soddisfatti con le loro ceste ricolme di bendidio, ma se le tavole fanno festa, i pericoli per chi si lascia travolgere dall'entusiasmo  restano alti. Anzi mortali. «Finora, all'ospedale di Rovereto, abbiamo ricoverato una ventina di casi sospetti, che poi si sono risolti tutti senza complicanze gravi», conferma il primario di medicina d'urgenza all'ospedale di Rovereto Paolo Iseppi. Che però rilancia: «Il grande lavoro di prevenzione fatto negli ultimi anni ha dato i suoi frutti e ora la situazione è sicuramente migliore che in passato: grazie agli esperti micologi e al fatto che la gente sta imparando a chiedere aiuto, non si stanno più verificando tutti quei casi che avevano portato a conseguenze anche molto gravi. Certo, non bisogna abbassare la guardia».
Buona norma è comunque recarsi in ospedale alla comparsa dei primi sintomi portando, se possibile, qualche campione dei funghi mangiati.
«Il modo in cui i funghi velenosi agiscono è davvero subdola - spiega Silvano Galvagni, segretario del Gruppo micologico Barbacovi - perché in diversi casi, come in quello dei Cortinari, scambiati per chiodini, i sintomi di avvelenamento non sono così marcati, si tratta magari di sudorazione o mal di testa, poi si migliora e quando dopo due o tre giorni il malessere si ripresenta, ormai è troppo tardi.Qualche anno fa, proprio a Rovereto, una persona è rimasta colpita ed il risultato è stata la completa atrofizzazione del rene». Brutte bestie sono anche le amanite, che danno un fastidio leggero, poi si sta bene e quando compare dolore di stomaco e vomito, purtroppo il fegato è distrutto. «Fortunatamente al Santa Chiara di Trento c'è un centro che effettua il dosaggio dell'amanitina con risultati entro le 24 ore», spiega Iseppi.
Un campanello d'allarme che non va lasciato inascoltato è quando il fastidio colpisce tutte le persone che hanno mangiato le stesse pietanze. «Davvero, quando si tratta di  funghi - prosegue Galvagni - la gente perde la razionalità, per un cesto pieno è disposta a fare follie. È davvero una cosa sorprendente».
Sono gli esperti del gruppo Barbacovi a controllare i funghi che i cittadini di Rovereto portano ogni lunedì dalle 8 alle 10 nel punto di consulenza micologica presso il cortile del Municipio in Piazza Podestà: il servizio, gratuito, sarà valido fino al 27 ottobre. «Spesso - riprende Galvagni - quelli che ci portano sono esemplari ormai al limite della putrefazione: è complicato a quel punto stabilire di che specie si tratta».
Andando verso l'autunno si deve prestare particolare attenzione perché quando ci sono molte piogge i funghi perdono parte della pigmentazione, i caratteri si fanno meno definiti ed è più difficile identificarli. In particolare, tra le morette, si possonio nascondere specie molto pericolose. E se è un mito da sfatare quello che basta il contatto di un fungo velenoso per «contaminare» anche quelli buoni, vero è che basta un frammento di 20 grammi di sostanza per mandare un consumatore al Creatore. 
Infine,ogni anno diminuisce il numero di specie commestibili, questo perché funghi che per tradizione erano considerati «buoni», una volta analizzati in maniera scientifica, usando anche l'esame del dna, risultano per qualche verso tossici.

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