Criminalità: in Europa un giro d'affari da 110 miliardi di euro
È di 110 miliardi di euro l’anno il giro d’affari generato dai principali gruppi criminali in Europa. Una cifra pari all’1% del Pil del Vecchio Continente. E l’Italia - con mafia,‘ndrangheta e camorra - è in prima fila a generare proventi illeciti, che vengono poi ampiamente riciclati
nell’economia legale.
La stima è contenuto nello studio «Organized crime portfolio», prodotto da Transcrime (curato da Ernesto Savona e Michele Riccardi) per la Commissione Europea. Il rapporto si è focalizzato su sette Paesi (Finlandia, Francia, Irlanda, Italia, Olanda, Spagna e Gran Bretagna), fornendo comunque un quadro dell’Europa in generale.
Il mercato criminale più redditizio è quello della droga (produce 28 miliardi di euro all’anno). Tra le attività criminali emergenti la frode appare esser quella maggiormente in crescita (29 miliardi di euro). I numeri più grandi sono quelli della contraffazione (42,7 miliardi di euro). Gli investimenti criminali sono concentrati in aree a forte presenza di crimine organizzato (come il Sud Italia, Lazio e regioni del Nord-Ovest, Lombardia in testa), strategiche per i traffici illeciti (Andalusia), con porti e aeroporti (Amsterdam e Rotterdam). Bar e ristoranti, costruzioni, vendita al dettaglio (specie cibo e abbigliamento), trasporti, hotel e immobili sono i tradizionali settori di infiltrazione.
Ma c’è la crescente evidenza di influenze criminali nel settore delle energie rinnovabili, gestione dei rifiuti, money transfer, slot machine, giochi e scommesse.
Evidenza degli investimenti delle mafie italiane, indica lo studio, possono essere trovate in un ampio numero di Paesi europei, in particolare nel settore immobiliare, nelle aziende di costruzione, nei ristoranti e nell’ingrosso e dettaglio di prodotti alimentari.