Quasi 7 milioni le donne vittime di violenze in Italia
La violenza contro le donne è un fenomeno ampio e diffuso in Italia: 6.788.000 donne hanno subito nel corso della propria vita una violenza fisica o sessuale, il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni; il 20,2% ha subito violenza fisica; il 21% violenza sessuale. È quanto emerge dal rapporto Istat «La violenza contro le donne dentro e fuori la famiglia»
La violenza contro le donne è un fenomeno ampio e diffuso in Italia: 6.788.000 donne hanno subito nel corso della propria vita una violenza fisica o sessuale, il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni; il 20,2% ha subito violenza fisica; il 21% violenza sessuale. È quanto emerge dal rapporto «La violenza contro le donne dentro e fuori la famiglia», presentato oggi da Giovanna Martelli, consigliera del presidente del Consiglio dei ministri in materia di pari opportunità e dall’Istat. Si tratta della seconda edizione di uno studio effettuato anche nel 2006.
Malgrado il dato rimanga assolutamente allarmante, si evince dal Rapporto che diminuiscono un po' le violenze fisiche o sessuali contro le donne: negli ultimi 5 anni sono passate dal 13,3% all’11,3%, rispetto ai 5 anni precedenti il 2006. Ciò è frutto di una maggiore informazione, del lavoro sul campo ma soprattutto di una migliore capacità delle donne di prevenire e combattere il fenomeno e di un clima sociale di maggiore condanna della violenza. Lo afferma l’Istat nel rapporto 2014.
Tuttavia le violenze sono più gravi: aumentano quelle che hanno causato ferite, dal 26,3% al 40,2%.
Il Rapporto Istat sulla violenza sulle donne evidenzia come sia in calo sia la violenza fisica sia la sessuale, dai partner e ex partner (dal 5,1% al 4% la fisica, dal 2,8% al 2% la sessuale) come dai non partner (dal 9% al 7,7%). Il calo è particolarmente accentuato per le studentesse, che passano dal 17,1% all’11,9% nel caso di ex partner, dal 5,3% al 2,4% da partner attuale e dal 26,5% al 22% da non partner.
In forte calo anche la violenza psicologica dal partner attuale (dal 42,3% al 26,4%), soprattutto se non affiancata da violenza fisica e sessuale.
Alla maggiore capacità delle donne di uscire dalle relazioni violente o di prevenirle si affianca anche una maggiore consapevolezza. Più spesso considerano la violenza subìta un reato (dal 14,3% al 29,6% per la violenza da partner) e la denunciano di più alle forze dell’ordine (dal 6,7% all’11,8%).
Più spesso ne parlano con qualcuno (dal 67,8% al 75,9%) e cercano aiuto presso i servizi specializzati, centri antiviolenza, sportelli (dal 2,4% al 4,9%). La stessa situazione si riscontra per le violenze da parte dei non partner.
Rispetto al 2006, le vittime sono più soddisfatte del lavoro delle forze dell’ordine. Per le violenze da partner o ex, le donne molto soddisfatte passano dal 9,9% al 28,5%.
Il Rapporto segnala però anche elementi negativi. Non si intacca lo zoccolo duro della violenza, gli stupri e i tentati stupri (1,2% sia per il 2006 sia per il 2014). Le violenze sono più gravi: aumentano quelle che hanno causato ferite (dal 26,3% al 40,2% da partner) e il numero di donne che hanno temuto per la propria vita (dal 18,8% del 2006 al 34,5% del 2014). Anche le violenze da parte dei non partner sono più gravi.
L'indagine, spiega l'istituto statistico, ha l'obiettivo di analizzare le diverse forme di violenza - fisica, sessuale, psicologica - subite dalle donne dentro e fuori le mura domestiche attraverso i principali indicatori che permettono di cogliere la misura e la pervasività del fenomeno. I tassi di vittimizzazione delle donne vengono posti in relazione all'autore e ai diversi tipi di violenza, oltre che ad una serie di caratteristiche socio-demografiche come cittadinanza, età, stato civile, titolo di studio, condizione professionale e area geografica di residenza delle donne. Viene inoltre approfondito il tema della gravità e delle conseguenze delle violenze subite.
«L’indagine sulla sicurezza delle donne - scriveva l’Istat nella prima edizione del Rapporto - misura tre diversi tipi di violenza contro le donne: fisica, sessuale e psicologica, dentro la famiglia (da partner o ex partner) e fuori dalla famiglia (da sconosciuto, conoscente, amico, collega, amico di famiglia, parente ecc.). La violenza fisica è graduata dalle forme più lievi a quelle più gravi: la minaccia di essere colpita fisicamente, l’essere spinta, afferrata o strattonata, l’essere colpita con un oggetto, schiaffeggiata, presa a calci, a pugni o a morsi, il tentativo di strangolamento, di soffocamento, ustione e la minaccia con armi.
Per violenza sessuale vengono considerate le situazioni in cui la donna è costretta a fare o a subire contro la propria volontà atti sessuali di diverso tipo: stupro, tentato stupro, molestia fisica sessuale, rapporti sessuali con terzi, rapporti sessuali non desiderati subiti per paura delle conseguenze, attività sessuali degradanti e umilianti. Non vengono rilevate le molestie verbali, il pedinamento, gli atti di esibizionismo e le telefonate oscene. Le forme di violenza psicologica rilevano le denigrazioni, il controllo dei comportamenti, le strategie di isolamento, le intimidazioni, le forti limitazioni economiche subite da parte del partner.
Sono stimate in 6 milioni 743 mila - si legge ancora nella pèrima edizione dello studio- le donne da 16 a 70 anni vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della vita (il 31,9% della classe di età considerata).
Cinque milioni di donne hanno subito violenze sessuali (23,7%), 3 milioni 961 mila violenze fisiche (18,8%). Circa 1 milione di donne ha subito stupri o tentati stupri (4,8%). Il 14,3% delle donne con un rapporto di coppia attuale o precedente ha subito almeno una violenza fisica o sessuale dal partner, se si considerano solo le donne con un ex partner la percentuale arriva al 17,3%. Il 24,7% delle donne ha subito violenze da un altro uomo. Mentre la violenza fisica è più di frequente opera dei partner (12% contro 9,8%), l’inverso accade per la violenza sessuale (6,1% contro 20,4%) soprattutto per il peso delle molestie sessuali. La differenza, infatti, è quasi nulla per gli stupri e i tentati stupri».