Rossi: siamo pronti ad agire ma ci lasciano troppo soli

Siamo pronti ad agire, come abbiamo fatto lo scorso anno, assumendocene la responsabilità. Anche se a volte, nel farlo, siamo un troppo soli: il presidente della Provincia, Ugo Rossi, ha concluso così il suo intervento in consiglio provinciale, durante il dibattito sull’aggressione di Cadine. Ecco il testo integrale del suo intervento:

«Siamo di fronte ad un episodio molto grave rispetto al quale non è opportuno fare strumentalizzazioni. Per prima cosa ho voluto informare sull’accaduto in base ai rilievi e alle verifiche fatte dalle autorità competenti. Sulla base di queste informazioni il dibattito si è sviluppato e io lo ho ascoltato. Le decisioni che adotteremo saranno basate sullo stesso principio adottato lo scorso anno in agosto quando si verificò l’altra aggressione: di fronte ad un fenomeno che è dentro le logiche naturali si valuta la gravità e prima viene la vita e la sicurezza delle persone e poi viene la conservazione della natura.

Lo scorso anno, dentro le regole di cui disponiamo, abbiamo applicato lo stesso principio. L’anno scorso io mi sono assunto la responsabilità di prendere provvedimenti che hanno portato poi a reazioni sulle quali non ho sentito molta solidarietà, nemmeno quando la Forestale dello Stato ha minacciato interventi. Quello che noi possiamo fare in relazione alle regole è scritto e ve lo leggo. Nel momento in cui un orso attacca senza essere provocato si possono adottare tre provvedimenti: cattura con rilascio e radiocollaraggio, cattura con captivazione, abbattimento. L’ordinanza dello scorso anno diceva esattamente questo. Io mi sono preso questa responsabilità assieme alla mia giunta l’anno scorso e siamo pronti ad assumerla anche quest’anno. Per assumersi questa responsabilità è necessario però identificare e riconoscere l’esemplare responsabile dell’aggressione. Questo è quello che faremo.

La videoconferenza con Ministero e ISPRA che è in corso in questo momento serve proprio per condividere questa procedura a livello centrale. Però siamo pronti a prenderci responsabilità in via autonoma ma vogliamo evitare che qualche organo centrale, sulla base di informazioni scorrette, possa fare rilievi, come lo scorso anno. Anche questa volta la cattura di un orso ha dei rischi come per l’evento infausto dell’anno scorso. L’altra volta abbiamo assistito ad un mettere in croce persone e istituzioni rispetto a quella decisione. Noi quei rischi ce li prenderemo anche quest’anno. Abbiamo le regole e le abbiamo sempre utilizzate e le utilizzeremo fino in fondo.

Quanto al cambiarle, già lo scorso anno la Provincia di Trento ha formalizzato ciò che ho sentito dire in quest’aula, e che condivido, sulla necessità di modificare alcune regole del progetto. Il progetto del 1993 non prevedeva un numero massimo, noi stiamo chiedendo di definire modalità che vadano oltre a quelle che abbiamo per cercare di modificare ciò che è possibile, compreso la riduzione del numero degli orsi. Le decisioni le abbiamo prese e difese, talvolta un po’ troppo soli».

I forestali stanno già raccogliendo materiale in zona per cercare di identificare l'orso coinvolto.

 Consiglio provinciale incandescente quello di questa mattina. L'argomento è di quelli che fanno discutere: l'orso. Dopo l'aggressione a Cadine, diversi consiglieri tornano a contestare il Progetto Life Ursus.

 

GIOVANAZZI

«In pochi mesi ci sono state tre aggressioni, ora basta. Se non si interviene i trentini faranno faranno di testa loro fregandosene degli ambientalisti. Se ci scappa il morto, ovviamente, la responsabilità sarà tutta del governo provinciale. Il caso di ieri giustifica l'abbattimento. Se non lo ci pensa la Provincia lo facciano i sindaci».

BORGA

«La Giunta deve decidere come intervenire ma non come dice Bezzi con informazioni e campanelli. Il progetto Life Ursus è sfuggito di mano, ci sono troppi esemplari nella nostra provincia. Occorre riconoscere che nell'ordine del creato prima arrivano gli uomini poi gli animali».

ZENI

«Ci sono molti aspetti da chiarire sulle dinamiche dell'attacco, ma c'è solidarietà verso vittima dell'orso. Il rischio è di avere una polarizzazione tra gli animalisti che difendono i plantigradi e chi dice tiriamoli via. Bisogna capire quale sia il numero giusto da ospitare sul nostro territorio».

SIMONI

«Se si può abbattere un cane aggressivo perché non un orso? È preoccupante sapere che dopo l'attacco di ieri non si sa ancora quale orso lo abbia fatto: ma gli animali non erano controllati?» 


I FATTI

Aggredito dall'orso mentre correva nei boschi sopra Cadine. È la terribile sventura capitata ieri verso le 17.30 a Wladimir Molinari, 45 anni, imbianchino con la passione per la corsa in montagna. Stava correndo da qualche minuto nella zona di «Pozza dei pini», sulle pendici del Sorasass, quando si è trovato l'orso alle spalle. L'animale l'ha attaccato più volte ferendolo alla testa, agli arti e all'addome, poi si è allontanato. Molinari è stato soccorso da un biker. È stato portato al S. Chiara dove è stato operato in serata.

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Il primo a vederlo dopo l'aggressione è stato un biker che racconta: «Mi sono trovato davanti una persona con un braccio massacrato, tagli in testa e all'addome. Mi ha detto di aver ricevuto almeno dieci attacchi dall'animale. Era sotto shock»

Nei giorni scorsi un uomo aveva avuto un incontro ravvicinato con un orso nei pressi di Zambana Vecchia, nella valle dell'Adige. In quel caso era riuscito a scappare in tempo senza riportare ferite.


La testimonianza del biker (video Battistel)

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Il comunicato della Provincia

L'assessore provinciale all'agricoltura e foreste Michele Dallapiccola si è recato all'ospedale Santa Chiara di Trento per sincerarsi delle condizioni dell'uomo che nel tardo pomeriggio di oggi è stato attaccato da un orso nei pressi di Cadine. Il presidente Rossi ha informato il ministro Galletti.

L'uomo, un 45enne del posto, secondo le sue stesse dichiarazioni, ha avuto una collutazione con un orso mentre stava facendo jogging accompagnato dal suo cane. Ha subito ripetuti attacchi e, colpito da alcune zampate, ha riportato ferite alla testa, all'addome ed agli arti superiori. Ora, dopo essere stato soccorso e trasportato dall'elicottero del 118, si trova ricoverato al Santa Chiara di Trento dove l'assessore Dallapiccola si è recato subito anche per parlare con i suoi famigliari. Mentre si sta ancora attendendo l'esito degli accertamenti e la prognosi definitiva, sembra che l'uomo non sia in pericolo di vita.

L'episodio è stato tempestivamente segnalato all'Ispra. Il presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi, subito informato del fatto, si è immediatamente messo in contatto telefonico con il ministro dell'ambiente Gian Luca Galletti. Per domani mattina è prevista una videoconferenza tecnica di urgenza con il ministero e con l'Ispra. I Forestali, che hanno avviato subito gli accertamenti, stanno organizzando una perlustrazione accurata dell'area, anche con l'utilizzo dei cani, che sarà condotta nelle prossime ore,


Il comunicato di Maurizio Fugatti

"Ci auguriamo che la Provincia non aspetti il morto prima di intervenire e sospendere il progetto Life Ursus. L’ennesima aggressione avvenuta ai danni di un uomo è la dimostrazione della pericolosità di questa iniziativa che sta mettendo a repentaglio la vita di chi abita nei boschi trentini e che rischia di avere pesanti ricadute anche sulla nostra economia turistica".


Il comunicato di Giacomo Bezzi

«Oggi, purtroppo, a Cadine è avvenuta una nuova aggressione di un plantigrado a danno di uomo, attualmente ricoverato presso l’ospedale sembra di Trento. Un altro attacco che non lascia spazio a “se e ma” da parte dell’amministrazione provinciale che, come sollevato attraverso l’ultima question time presentata e discussa ieri in Consiglio provinciale, dovrebbe apporre dei cartelli informativi in ogni Comune volti a delucidare il comportamento che l’uomo deve mantenere dal momento in cui si trova faccia a faccia con l’animale. In tal modo si potrebbero prevenire gli attacchi dell’orso e allo stesso tempo salvaguardare la sicurezza dei cittadini. L’affissione in corso di sole 150 bacheche informative non è elemento sufficiente considerato che non verranno toccati tutti i Comuni e le zone di montagna. Come sottolineato, la Provincia deve fare di più prima che l’aggressione provochi conseguenze peggiori al malcapitato che si troverà nelle vicinanze dell’orso».


Parla Claudio Civettini

Prendiamo atto del ripetersi in Trentino di gravi e continue aggressioni in Trentino dell'orso alle persone.     Noi della Civica trentina chiediamo un Consiglio provinciale speciale o -in subordine- che il presidente Ugo Rossi renda conto domani in aula delle condizioni della persona ferita.     E dato che ieri le risposte al collega Giacomo Bezzi sono state insufficienti chiediamo all'assessore Michele Dallapiccola di trovare adeguate soluzioni per rispondere concretamente alle condizioni di pericolosità.   

 

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