Migranti sbattuti di qua e di là mentre Francia e Italia litigano
Ora alla frontiera tra Italia e Francia è come se si stesse giocando una partita a ping-pong con i profughi come palline. La Francia sta continuando la politica dei respingimenti: trova migranti irregolari sul suo territorio e li manda in Italia perché da lì sono arrivati, dicono le autorità transalpine. La polizia di frontiera italiana controlla i documenti dei migranti «inviati» in Italia e se non fanno parte di quelli che veramente dall'Italia sono transitati li fa tornare oltre frontiera, a Mentone. Ieri questa situazione è stata vissuta complessivamente da 90 persone: 55 sono stati respinti dall'Italia.
Questo andirivieni ha generato una certa confusione e nel pomeriggio c'è stata la sensazione che la Francia avesse adottato una linea morbida. Sensazione smentita. «La nostra linea non è cambiata», dice senza incertezze un alto responsabile della prefettura delle Alpes-Maritimes. Il «riaccompagnamento» dei migranti irregolari verso l'Italia «continua in modo normale». Insomma, la frontiera francese resta «chiusa» ai migranti e «aperta nel rispetto delle regole», dice l'ambasciata di Francia a Roma. Un invito ad «aprirsi» arriva dai vescovi francesi che hanno affidato il loro pensiero all'Osservatore romano. «I migranti - scrivono i vescovi - non sono problemi, ma uomini, donne, bambini: sono esseri umani. Non devono essere considerati in primo luogo come un rischio o un potenziale attentato alla sovranità nazionale. Occorre uscire da una logica del fenomeno migratorio esclusivamente di sicurezza o di polizia».
In attesa della fine di questa situazione, si contano i giorni del blocco a Ventimiglia: già una settimana, con un centinaio di irriducibili accampati sugli scogli della frontiera a Ponte san Ludovico, con altre centinaia sistemati alla stazione di Ventimiglia e in altri locali. Ieri per assistere i bambini sono arrivati anche i volontari dell'Unicef, mentre a sostenere gli altri ci hanno pensato anche quelli di Music for peace, partiti da Genova. Intanto la vicesegretaria del Pd Debora Serracchiani invita ogni Regione a fare la propria parte e la presidente della Camera Laura Boldrini sottolinea che la situazione coi migranti che sta vivendo l'Italia «non è di emergenza perché l'emergenza è dove c'è la guerra. L'emergenza c'è nel Mediterraneo dove sono morte 1.200 persone». La presidente della Camera ha ricordato ancora che «sono arrivati nella nostra penisola 60mila migranti quest'anno su 8 mila comuni, sarebbero 7 migranti a comune».
Tra parole, respingimenti e riammissioni la vita dei profughi a Ventimiglia va avanti tra preghiere, Ramadan, malori, scabbia e un internet point allestito in modo «volante» dai volontari con un pc portatile per permettere ai migranti di parlare con i familiari.