Stupro dopo la serata in discoteca Imputato un giovane rumeno
La denuncia, secondo la difesa, sarebbe il frutto di un pentimento maturato da parte della giovane
Si è offerto di riaccompagnarla a casa in macchina e, con la scusa di recuperare le chiavi del veicolo, l’ha fatta salire nell’appartamento. Ma qui, dopo averla fatte bere, nonostante la giovane fosse già brilla, avrebbe abusato di lei, costringendola ad avere rapporti sessuali dietro la minaccia di un coltello puntato alla gola.
Questo l’incubo denunciato da una diciottenne trentina,al termine di una serata trascorsa in discoteca. I fatti, che risalgono alla fine delle scorso anno, sono accaduti in una località turistica trentina. Imputato, con l’accusa di violenza sessuale, un 23enne rumeno. Ieri mattina l’udienza davanti al giudice Francesco Forlenza è stata rinviati per un vizio di notifica, ma la difesa - sostenuta dall’avvocato Beppe Pontrelli - è pronta ad affrontare un pubblico dibattimento pur di dimostrare che le accuse sono infondate. «Lei era consenziente», si difende il giovane.
I fatti approdati in Tribunale, come detto, risalgono allo scorso anno. La ragazza, assistita dall’avvocato Marcello Paiar, aveva trascorso una serata in discoteca. All’uscita, quando dunque stava per tornare a casa, ha incontrato un amico, che si trovava in compagnia dell’imputato. I tre si sarebbero messi a chiacchierare e, secondo quanto ricostruito dall’accusa, il 23enne si è offerto di riaccompagnare la 18enne a casa. La giovane, proprio perché il rumeno era insieme ad un suo amico, avrebbe accettato l’offerta, fidandosi di quel ragazzo apparentemente gentile.
Mentre camminavano diretti al veicolo il giovane, con la scusa di dovere prendere le chiavi dell’auto, avrebbe fatto salire la ragazza in casa. Qui, sempre secondo quanto hanno ricostruito gli inquirenti, il giovane ha offerto altro alcol alla vittima, che pure sarebbe stata già brilla. A quel punto, approfittando anche della difficile situazione fisica della ragazza, avrebbe abusato di lei. Una violenza alla quale la vittima ha cercato invano di difendersi: il giovane l’ha costretta ad assecondare le sue richieste dietro la minaccia di un oggetto appuntito, verosimilmente un coltello, appoggiato alla gola. Spaventata e shoccata per l’accaduto la mattina la ragazza si sarebbe confidata con gli amici e, quindi, con i genitori, che hanno allertato i carabinieri. La vittima è stata anche visitata al pronto soccorso dove sono stati trovati segni della violenza subita, comprese alcune ecchimosi sul corpo.
Sulla base degli accertamenti eseguiti e dei riscontri trovati il pubblico ministero Rosalia Affinito ha chiesto il rinvio a giudizio del giovane con l’accusa di violenza sessuale. L’udienza di ieri mattina, come detto, si è conclusa con un rinvio, ma la difesa è pronta ad affrontare il processo. L’imputato, infatti, offre una ricostruzione dei fatti decisamente diversa da quella della vittima e parla di rapporto sessuale consenziente. Secondo la difesa il ragazzo, insieme ad un altro amico, sarebbe effettivamente salito in casa con la 18enne e qui, tutti e tre, avrebbero bevuto un paio di whisky. Poi, sempre secondo la versione dell’imputato, il terzo ragazzo si sarebbe allontanato, lasciandoli soli. La denuncia, al contrario, secondo la difesa, sarebbe il frutto di un pentimento maturato da parte della giovane. Un pentimento che, secondo la difesa, sarebbe peraltro legato a ragioni di tipo razziale, ovvero al fatto che il giovane è un rumeno. Ora spetterà al giudice dell’udienza preliminare stabilire se vi sia elementi per prosciogliere il 23enne, come chiede l’avvocato difensore, o se rinviarlo a giudizio.