Via tutte le stufe a legna dai rifugi in montagna Lo prevede la nuova normativa antincendio
Fuori il freddo e dentro un caldo quasi avvolgente che rigenera. A tutti e capitato di arrivare in un rifugio in montagna ed essere sollevati nel trovare una stufa dove riscaldarsi le mani oppure anche per asciugare qualche indumento. Ebbene questo potrebbe avere i giorni contati. Da poco più di un anno, infatti, i rifugi devono adeguarsi a una normativa antincendio che prevede, fra le altre cose, proprio l'eliminazione delle stufe.
La Sat, all'interno dei suoi 35 rifugi di montagna, sta portando avanti, non senza fatica, l'adeguamento ed ha già richiesto una deroga a questa normativa. «L'adeguamento antincendio dei nostri rifugi - ha spiegato ieri Renzo Franceschini, presidente della Commissione Rifugi Sat - è per noi una attività nuova perché questa normativa, con alcune deroghe ma comunque molto simile a quella degli alberghi, è stata portata in quota ai rifugi non molto tempo fa».
Tra i punti più «eclatanti» di questa nuova normativa antincendio per i rifugi, ci spiega Franceschini, c'è il fatto che «non possono esserci fonti di calore se non una fonte centralizzata. Ci deve essere quindi una sola fonte all'interno di una locale caldaia con tutte le regole specifiche previste. Questo comporta che tutte le stufe a legna sarebbero da togliere».
Proprio in questi mesi la Sat sta proseguendo i lavori di adeguamento in diversi rifugi e sulla questione ha chiesto una deroga. «Per mantenere le stufe - ha spiegato Franceschini - ci siamo già mossi per chiedere una deroga per la quale oggi non abbiamo però ancora una riposta. La stufa è un elemento della tradizione molto importante. Sarà difficile un esito positivo per la genericità della richiesta e forse ci vorrebbe una legge ad hoc». Quello dell'adeguamento dei rifugi alle norme antincendio è solo uno dei filoni sui quali la Sat sta intervenendo.
«Il più grosso lavoro che stiamo portando avanti - ha spiegato Renzo Franceschini - è quello del rifugio Antermoia di circa un milione e mezzo di euro. Lo scorso anno abbiamo ricreato la struttura esterna e quest'anno stiamo invece lavorando gli interni e i diversi impianti. Contiamo per fine stagione di risanare l'intero rifugio». Un altro intervento molto importante è quello del ripristino di una parte del rifugio Agostini, colpito in passato da una valanga. I lavori, in questo caso, sono quasi alla conclusione e il secondo piano dell'edificio ritornerà utilizzabile proprio in questi giorni.
Vi sono poi la sistemazione del rifugio Graffer e del rifugio Cima d'Asta.