«A Trento ragazzi di 16 anni si fanno di eroina»
«Finché non ti trovi nella m... e non riesci più a trovare i soldi per comperare la dose, non puoi capire cosa vuol dire essere tossicodipendente». Non fa giri di parole, ma va dritto al bersaglio A., che nel raccontare la sua esperienza non nasconde la disperazione, l'angoscia, la lucidità e la freddezza di chi si rende conto che la droga fa male ma è arrivato al punto di non poterne più fare a meno. Una storia-shock come nel film Trainspotting.
A. ha quasi trent'anni e metà della sua vita passata a fare a pugni con la dipendenza. «Ho provato sostanze di tutti i tipi, da quelle sintetiche che ti bruciano il cervello, all'eroina ed alla cocaina. Ma sto cercando di uscirne, voglio ripulirmi». Il suo passato è simile a quello di tanti tossicodipendenti: qualche periodo trascorso in comunità, il metadone, l'esigenza implacabile di provare nuove sostanze, nuove emozioni. «Vedo in piazza ragazzini di 16 anni che comprano eroina.
La fumano, pensando che faccia meno male che iniettarsela. Invece sbagliano, lo dico per esperienza. Quando ho iniziato io non si faceva molto uso di eroina: oggi invece la utilizzano tutti, sembra normale. Si inizia fumandola, ma dopo un paio di mesi non ti basta più e provi a iniettarla via endovena. Arrivi al punto che anche l'eroina sembra non farti più effetto e provi la cocaina» spiega.
A. frequenta ancora «la piazza», come la chiama lui. È la zona di piazza Dante, della stazione. Conosce gli spacciatori e conosce i clienti. «C'è un aumento spaventoso nell'ultimo periodo sia di eroina che di cocaina, entrambe assunte via endovena. In piazza vengono vendute 100 palline al giorno di cocaina, da iniettarsi. L'assunzione è molto pericolosa: si rischia l'infarto. Mentre con l'eroina c'è la possibilità di salvarsi con il Narcan, con la cocaina endovena se ti senti male è finita».
A. sa che di droga si può morire: basta una partita tagliata male, una dose eccessiva che un corpo debilitato da anni di tossicodipendenza non sopporta. Ha provato anche l'ultima partita di eroina arrivata sulla piazza, quella che secondo gli investigatori è «tagliata male». È consapevole di avere rischiato molto. «Di eroina se ne trovano diversi tipi. Quella che avrebbe provocato i malori viene venduta in buste da 0,2 grammi, mentre l'eroina "normale" in buste da 2 grammi: chi acquista il primo tipo, sa che avrà una sostanza più pura, forse tagliata con sostanze sintetiche. L'ho provata, ma mi sono contenuto: posso dire che è molto forte».
In piazza Dante incontra tanti giovani, che acquistano droga. Non parla di «fumo» o di «erba», ma di sostanze pesanti. «Basta passare dai giardini e ti viene offerto di tutto. Se attraversi la piazza ti si avvicinano almeno dieci persone che propongono droga. C'è troppo spaccio in città. E questo perché c'è richiesta, perché qui arrivano giovani da tutto il Trentino, dalle valli. I ragazzi sono annoiati, non sanno che fare e iniziano a frequentare la piazza». Lancia l'allarme. «Sono stato in diverse città.
Ho vissuto anche a Milano e Bologna. Non dico che là non c'è tossicodipendenza, ma la realtà è diversa: i ragazzi hanno alternative alla piazza, i locali sono aperti fino a tardi e ci sono le discoteche. A Trento, invece, che si fa? Con i bar che chiudono alle 8 di sera per evitare il chiasso e nessuna discoteca, ai giovani mancano luoghi di svago e di incontro. Allora vanno in piazza, incontrano altri ragazzi, iniziano a frequentare compagnie sballate ed a provare la droga. Prima l'assunzione diventa un'alternativa a non fare nulla, poi si trasforma in una dipendenza. Ai ragazzi dico di tenersi alla larga, di lasciare perdere qualsiasi tipo di droga».