Passo S. Pellegrino, ferito con un ordigno bellico
Una brutta scoperta quella fatta ieri da Livio Defrancesco, 57 anni, instancabile presidente dell'Associazione «Fronte dei Ricordi» che ha una sede a Moena e una a Someda. Proseguendo il suo impegno quotidiano, si è recato presso la linea del fronte al Costabella e ha recuperato un ordigno della prima guerra mondiale, come spesso è solito fare. Solo che ieri, l'incontro con il vecchio dispositivo bellico ha provocato una violenta esplosione e gravi ferite all'uomo.
Erano circa le ore 11 di ieri mattina quando Defrancesco, ridisceso dall'area del Costabella, si è fermato presso un vecchio stabile in ristrutturazione di proprietà del Comune, a fianco della chiesetta dei Caduti al Passo San Pellegrino, all'ex ospizio. Una volta scaricato dal suo automezzo l'ordigno, qualcosa è andato storto e si è sentito un forte boato. La bomba, una «bombarda» del 1915 della presunta lunghezza di 40-50 centimetri per 10 di diametro, dopo cento anni di sonno, è esplosa vicino all'uomo. Sembra che l'esperto stesse utilizzando un attrezzo sulla bomba quando è avvenuto lo scoppio. Ancora tramortito, è stato lui ad avvisare il 118 e, subito, sono scattati i primi soccorsi. Sul posto dell'incidente, per il primo aiuto, la Croce Rossa di Moena e successivamente l'elicottero del 118 di Trento, atterrato poco distante dal luogo dell'infortunio. L'uomo è sempre rimasto cosciente, ma ha riportato ferite multiple all'addome ed allo sterno, a causa delle schegge esplose insieme all'ordigno. Una volta arrivata sul posto l'equipe sanitaria dell'elisoccorso di Trento, ha coordinato le operazioni di intervento insieme a una squadra di dieci uomini dei vigili del fuoco di Moena, capitanati dal Comandante Giambattista Vanzo. Sul posto, per le indagini, anche il maresciallo della stazione di Moena, Gianluca Zompanti, coordinato dal pm Davide Ognibene che ha ordinato l'acquisizione degli attrezzi utilizzati dall'appassionato e dei frammenti della bomba. Ai militari anche il compito di capire se l'infortunato avesse tutte le autorizzazioni per trasportare e maneggiare gli ordigni.
Livio Defrancesco, originario di Moena ma residente a Falcade, è stato trasportato d'urgenza al Santa Chiara di Trento per accertamenti e cure. Sul luogo dell'incidente anche il figlio Stefano e la moglie, preoccupati per l'accaduto. «Io e mio padre coltiviamo da anni la passione per la storia, combattuta e vissuta su queste montagne. Insieme al Fronte Dei Ricordi, cerchiamo di riportare alla luce oggetti storici, anche se a volte capita di trovare ordigni inesplosi pericolosi. Ogni mattina lui parte da casa per seguire questa "mission" e io con lui. A volte va bene, altre volte no». Letteralmente sempre in prima linea, in alta quota, Livio Defrancesco è da più di trent'anni che studia e ricerca materiale inerente alla Grande Guerra in Fassa. Soprannominato «Bomba», fu proprio lui, l'inverno scorso, il protagonista della scoperta e del recupero dello scheletro, mantenuto in perfetto stato di conservazione, di un soldato alpino della prima guerra mondiale. Le scarpe, le munizioni ed alcuni altri oggetti ritrovati vicino allo scheletro fanno presumere che si possa attribuire i resti ad un milite ignoto della 206° Compagnia Alpini Val Cordevole, che qui era impegnata. I carabinieri di Moena, recatisi sul posto per gli accertamenti, si sono detti sollevati per le ridotte ferite riportate dall'uomo.
Questo ritrovamento è l'ennesima dimostrazione di quanto l'area compresa tra il Costabella, Cima Bocche e Moena sia fonte e risorsa di un parco delle memoria di inestimabile valore per la conoscenza dei fatti storici alle generazioni future.