Canone Rai in bolletta, dubbi e preoccupazioni
Il quattro ottobre scorso, in diretta tv su Rai 3 all'interno della trasmissione «In Mezz'Ora», Matteo Renzi ha annunciato che «il canone Rai dal 2016 sarà ridotto, passerà da 113 euro a 100 euro» e, pur non assicurando che la tassa si pagherà con la bolletta, ha lasciato intendere che quella al momento è l'ipotesi più probabile. Apriti cielo.
«Un gran pasticcio», Assoelettrica. «Illegale», Federconsumatori. «Illegittimo, incostituzionale e impugnabile», Codacons. Oltre, naturalmente, alle reazioni politiche. Ma in Trentino? Prima di tutto va sottolineato come i cittadini trentini siano piuttosto virtuosi nel pagamento del canone ( vedi articolo sopra ), ma l'uscita di Renzi (annuncio? promessa? boutade? propaganda?) ha senza dubbio allertato e allarmato.
Andrea D'Amico, direttore operation di Trenta SpA non nasconde la propria preoccupazione. «La premessa è che al momento non è dato sapere se si farà e soprattutto come, dal punto di vista tecnico. Quindi commentiamo una frase che però non corrisponde a una legge. Detto questo, se venisse approvata senza tenere conto dei tantissimi aspetti tecnici correlati si creerebbe una confusione totale. Finora Renzi non è stato chiaro e gli effetti potrebbero essere molto preoccupanti, anche per noi: ad esempio, in caso di pagamenti parziali o insulti della bolletta, come faremmo a capire cosa non è stato saldato?
Oppure, essendo il mercato dell'energia elettrica liberalizzato da quasi dieci anni, sarebbe un caos per un utente e un'azienda portarsi in dote il pagato e il non pagato. E in caso di voltura? E in caso di intestazioni miste, di seconde case o di persone che non hanno la tv ma hanno l'energia? Già oggi una delle critiche maggiori alle bollette è che siano poco chiare, aggiungendoci il canone potrebbe crearsi una confusione totale».
Ma se un cittadino non pagasse il canone in bolletta gli verrebbe staccata l'elettricità? «Sarebbe assurdo e illogico. Però, ad oggi, è impossibile dirlo». La sensazione è che la «svolta» possa esserci o no? «Rispetto all'anno scorso l'impegno è più formale, Renzi ci ha messo la faccia e fatto una promessa. L'altra volta non ci eravamo preoccupati più di tanto perché era piuttosto evidente che si trattasse di propaganda».
Sull'aspetto propagandistico è chiarissima Gloria Canestrini, avvocato di Codacons. «In Italia c'è la malattia di «annunciopoli», ovvero usare un linguaggio pubblicitario per fare continui annunci lanciando slogan. Poi, però, i problemi delle persone sono reali, non vengono risolti con una bella frase. Detto questo se l'obiettivo è abbassare una tassa ben venga, non vogliamo lamentarci a prescindere. Certamente è necessario che dall'annuncio si passi ai fatti, alle regole, a spiegazioni chiare. A quel punto potremo schierarci più nettamente».
Sulla stessa linea è Carlo Biasior del Centro ricerca e tutela di consumatori e utenti. «Fino a quando non ci sarà maggiore chiarezza è difficile prendere posizione. Di sicuro dovrebbe cambiare la natura di questa tassa per farla pagare a tutti, ma mi pare difficile si possa sospendere la fornitura elettrica per il mancato pagamento del canone. Il servizio gestione reclami della Rai, che già oggi non spicca per diligenza e puntualità, dovrebbe poi evolversi parecchio. Vedremo, sono decenni che si fanno battaglie giuridiche su questa legge». Una legge, ricordiamo, datata 21 febbraio 1938 e «applicabile solo a chi possiede un apparecchio adibito alla ricezione di radioaudizioni televisive (quindi non pc, smartphone o tablet?) nel territorio italiano».