«Agguato omofobo nella notte a Trento» Domani assemblea contro le violenze
Indignazione in città
«All'una circa della notte tra domenica e lunedì scorsi un ragazzo si è accordato con un'altra persona per un incontro dichiaratamente gay, tramite contatto in Internet, su un comune siti di incontri. Una volta scambiatisi i numeri di telefono, gli giunge una prima telefonata ricevuta da numero non visibile. Viene concordato un punto di incontro presso il Parco di Maso Ginocchio a Trento. Vista l'ora relativamente tarda e messo in allarme dal luogo proposto, il ragazzo ha preferito cambiare luogo, proponendo il vicino supermercato Orvea. Giunto in bici poco dopo, si è ritrovato un gruppo di circa 6-7 ragazzi pronti ad aspettarlo. Capita la situazione di pericolo, ha subito girato la bici pedalando velocemente. A quel punto, dopo esser stato fischiato, è stato inseguito da una macchina bianca con a bordo tre dei ragazzi del gruppo fin sotto casa».
A denunciare questo episodio di omofobia e quello che a tutti gli effetti era un agguato sono la Rete trentina contro i fascismi e ArciLesbica Trentino Alto-Adige «L’altra venere».
«Crediamo - si legge nella nota stampa che informa sul grave episodio - sia importante e urgente che questa tentata aggressione, a sfondo evidentemente antiomosessuale, che come modus operandi copia alle lettera i raid seriali organizzati dai naziskin nella Russia di Putin, sia pubblicamente denunciata e condannata dalla cittadinanza.
Da mesi ormai stiamo assistendo ad una campagna populista, che prende spunto dal tema dell’educazione al genere nelle scuole e dalla proposta di legge sulle unioni civili per seminare odio e paura. Tra le diverse campagne discriminatorie va ricordata, per vicinanza temporale e gravità, quella portata avanti da Fratelli d'Italia nelle scuole contro la cosiddetta “ideologia gender”, in cui una foto scattata per denunciare il suicidio della ragazza transgender Leelah Alcorn è stata trasformata in un volantino a sfondo fascisteggiante in cui ci si scagliava contro ogni tipo di educazione al genere e alla diversità.
Non serve, poi, ricordare la militanza di Claudio Cia, candidato sindaco della destra alle ultime elezioni, a fianco della destra ultracattolica più oltranzista e reazionaria al fine di impedire la legittima conquista di diritti da parte delle persone Lgbt.
I toni del dibattito sono oscurantisti, legittimano e alimentano la violenza, la discriminazione. Costituiscono un attacco alla libertà e al diritto all’autodeterminazione delle persone queer, gay, lesbiche, transessuali, così come delle donne che non si conformano al ruolo di “spose sottomesse” (e non sono parole nostre, ma la citazione di un notissimo testo che bene semplifica il livello del dibattito).
Sono un attacco agli ideali di liberazione e uguaglianza che dovrebbero sempre orientare la vita pubblica e sociale. Ora, si passa dalla violenza delle parole a quella dei fatti. Se il ragazzo non fosse scappato in tempo, ci saremmo ritrovati con l’ennesima aggressione neofascista in città.
E chissà come sarebbe andata a finire, in uno contro sette. Non ci stupisce, purtroppo: nel paradigma del virilismo clerico-fascista l’omosessualità è sempre stata una delle prime “eccedenze” e “dissonanze” da omologare (e da rieducare, a suon di botte e confino). Noi, come attivisti e tutti coloro che sostengono le lotte antifasciste e all'insegna dell'autodeterminazione, non ci faremo intimidire da violenze e minacce. Anzi siamo convinti sia necessaria una risposta politica più rapida ed efficace possibile.
Per questa ragione convochiamo un'assemblea pubblica al sentro sociale Bruno, giovedì 22 alle 20.30.
In quella serata discuteremo dell'accaduto e di come reagire a un clima generale di discriminazione e aggressione, alimentato da una destra sempre più vicina agli ambienti neo e clericofascisti e liberticidi. Siamo convinti e determinati, perché quello che è accaduto non debba ripetersi mai più: questo avvenimento necessita di una precisa risposta da parte della città. Ogni forma di squadrismo e violenza clericofascista deve essere isolata e delegittimata.
Quello che è accaduto domenica notte non è una questione privata, ci riguarda tutte e tutti.
Ai virili e baldi fascistelli che hanno provato a conoscere da vicino il loro peggior incubo, sappiate che d'ora in poi saremo il vostro sogno. Trasborderemo in tutta/e le città e non solo di notte, minando la vostra ipocrita ordinaria stabilità. Noi non abbiamo paura, il nostro orgoglio e le nostre vite eccedenti non si faranno fermare da nessun tentativo di sopraffazione neoclericofascista: continueremo a lottare e a riempire di amore e desideri questa città», concludono Rete trentina contro i fascismi e ArciLesbica Trentino Alto-Adige.