Violenza sulle donne in Trentino, denunciati solo il 10% dei casi
Sono complessivamente 608 le denunce riconducibili a violenza contro le donne rilevate in Trentino nel 2014. Dunque 66 in più rispetto al 2013. Tuttavia il fenomeno rimane sommerso: le denunce corrispondono solo al 10% dei casi effettivi di reati di violenza perpetrati da un uomo su una donna.
A comunicare i dati e a fornire questa ipotesi, nel corso di una conferenza stampa per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, fissata per il 25 novembre, è stato il ricercatore di sociologia e ricerca sociale dell’Università di Trento, Cristiano Vezzoni, a cui l’assessorato provinciale alle pari opportunità ha affidato l’incarico di analizzare le rilevazioni raccolte dal sistema integrato in Trentino tra forze dell’ordine (carabinieri e polizia), le Procure della Repubblica di Trento e Rovereto e polizia locale.
Complessivamente nel quadriennio dal 2011 al 2014 sono state 2301 le denunce di violenza rilevate nella fascia di età tra i 20 e i 64 anni su una popolazione femminile di 157.000 donne. In sintesi una donna ogni 69 è stata vittima di un episodio di violenza, che nel 54% dei casi è ad opera del marito o del convivente o di un ex partner, quindi sempre in ambito domestico.
I tre quarti dei reati di violenza sono stati commessi da uomini di nazionalità italiana, anche nel caso in cui la vittima era di un’altro Paese.
Nel 29% dei casi si tratta di minacce e ingiurie, mentre nel 22% dei casi di lesioni dolose, mentre ammonta all’11% dei casi il fenomeno dello stalking.
«I dati rilevano che il fenomeno in Trentino è sostanzialmente stabile - ha commentato l’assessora alle pari opportunità, Sara Ferrari - il sistema di sinergie nel rilevamento e incrocio di dati sulle violenze sulle donne si è rivelato vincente, proseguiremo su questa strada anche riattivando il Comitato provinciale per la tutela contro la violenza di genere, che ha subito uno stallo nel passaggio alla nuova legislatura, e applicheremo anche in Trentino il “metodo Scotland”, già attivato in Gran Bretagna, che prevede l’intervento immediato dei servizi sociali in caso di denuncia e di ricorso all’ ospedale per valutare il grado di rischio o di recidività del reato».
Sul piano delle politiche provinciali l’assessore alla sanità e alle politiche sociali, Luca Zeni, ha annunciato che nella prossima finanziaria è stato stanziato un fondo, fino a un massimo di 5.000 euro per caso, per intervenire in anticipo sull’erogazione del risarcimento per danni morali stabilita dal giudice alla donna vittima di violenza.
E nell’atrio di palazzo Trentini, a Trento, torna la poltrona vuota per la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
L’iniziativa simbolica è nata nel 2013, anche per iniziativa dell’associazione Soroptimist International e la presidenza del Consiglio provinciale.
Sulla sedia sono posate una borsetta e una collanina, a segnalare che l’occupante c’era fino a poco prima. Colore rosso predominante, il colore del sangue, quello delle donne stroncate dalla violenza maschile. La seggiola è vuota proprio perchè un’altra donna è stata uccisa: da un ex, da un amante, da uno sconosciuto. È il posto lasciato vuoto a teatro, sul tram, a scuola, in metropolitana, nei luoghi della vita. Un posto che si vuole metaforicamente tenere riservato all’ennesima vittima, dicono gli organizzatori.
Domenica, all’Auditorium Santa Chiara di Trento, ci sarà anche lo spettacolo teatrale a ingresso libero «Doppio taglio», organizzato dalla Commissione provinciale pari opportunità proprio per sensibilizzare sull’argomento.