Santa Maria, flash mob contro il divieto di vendita di alcolici
Un flash mob è stato organizzato la scorsa notte dal collettivo universitario Refresh contro l’ordinanza comunale che vieta la vendita notturna di alcolici da asporto in Santa Maria Maggiore e dintorni, a Trento. Circa 200 le persone che hanno partecipato all’iniziativa, dicono gli organizzatori.
«Abbiamo deciso di scendere in piazza con un flash mob - si legge in una nota - non tanto perché ci infastidisce non poter più acquistare le birre in lattina, ma perché riteniamo che Trento non sia sempre più in grado di rispondere a quelle che sono le normali esigenze di uno studente universitario, il quale oltre allo studio ha diritto a dei momenti di socialità vissuti in una piazza».
Ecco il comunicato pubblicato dal collettivo nella sua pagina Fb
Abbiamo deciso di lanciare questo flashmob in quanto già da due anni, come Collettivo Universitario Refresh, stiamo portando avanti un percorso e un ragionamento sulla socialità e sugli spazi pubblici cittadini. “BIRRA SUL DEGRADO” non nasce dunque dal nulla ma si fonda su un ragionamento che va avanti ormai da tempo, il quale vuole rovesciare il modo in cui gli studenti e le studentesse universitarie sono percepiti a Trento.
Le numerose occupazioni che abbiamo fatto in questi anni avevano come obiettivo quello di segnalare alla cittadinanza e alla Provincia stessa il fatto che Trento è piena di stabili pubblici lasciati all’abbandono e al degrado, come l’ex mensa del Santa Chiara o l’ex Centro di Salute Mentale di via Romagnosi. Abbiamo raggiunto delle vittorie, la più importante la riapertura della mensa in via 24 maggio, avvenuta a seguito sempre di una nostra occupazione. Siamo inoltre riusciti ad aprire un dibattito in città su questo tema, a dimostrazione di come gli stessi cittadini trentini non vedano di buon occhio tutti questi luoghi abbandonati.
L’altro piano su cui ci stiamo muovendo è quello degli spazi pubblici all’aperto, contestando le ordinanze di stampo securitario che il Comune di Trento emana da un po’ di tempo a questa parte. Ordinanze che non vanno a risolvere i veri problemi che questa, come molte altre, ha ma che alimentano invece lo svuotamento delle piazze, rendendole ancor meno sicure. Già dallo scorso anno (ma quest’anno ancora di più) assistiamo a presidi permanenti di polizia e carabinieri in Piazza Santa Maria Maggiore, da sempre luogo simbolo della vita universitaria. In questo periodo sono aumentate anche le retate, le perquisizioni e le identificazioni, senza nessun apparente motivo. Santa Maria Maggiore per noi è un simbolo, così come lo è l’ultima ordinanza che vieta la vendita di alcolici da asporto dalle 21 alle 7, che per noi simboleggia quella che è una città chiusa e senza vita. Una città che vede il degrado negli studenti e nelle studentesse che escono la sera e che non si rinchiudono nelle loro aule.
Non è ghettizzandoci o escludendoci dalla realtà cittadina, non è militarizzando una piazza che si elimina lo spaccio. Il fatto che l’ordinanza colpisce solamente una delle attività commerciali presenti in quella zona fa ben capire come sotto questa iniziativa ci sia il Comitato del quartiere di Torre Vanga, il quale dice di avere a cuore il benessere di Trento e dei suoi abitanti, ma che nasconde in realtà interessi puramente economici.
Abbiamo deciso di scendere in piazza con un flashmob non tanto perché ci infastidisce non poter più acquistare le birre in lattina, ma perché riteniamo che Trento non sia sempre più in grado di rispondere a quelle che sono le normali esigenze di uno studente universitario, il quale oltre allo studio ha diritto a dei momenti di socialità vissuti in una piazza. La cittadinanza trentina continua a vedere nel giovane studente - magari fuori sede - un estraneo che crea disordine ed è fonte di degrado, dimenticandosi che ogni anno migliaia di studenti pagano affitti, fanno delle spese, frequentano i locali e i bar del centro, contribuendo a mandare avanti l’economia di questa città.
Vogliamo rovesciare questa dinamica scendendo in piazza, come abbiamo sempre fatto, in modo gioioso e colorato, mostrando che esiste anche una componente attiva, giovane e sociale, che non vuole vivere in una vetrina. La risonanza che questo evento ha avuto pensiamo sia segno di un reale senso di disagio avvertito da tutti gli studenti e le studentesse dell’ateneo trentino.
Vogliamo far capire che una città più viva è una città più sicura e che i giovani sono e devono essere considerati una risorsa preziosa per Trento, come per qualsiasi altro posto. Il problema del degrado secondo noi si può risolvere, ma non in questo modo, non limitando le libertà dei singoli o andando a colpire le piccole attività commerciali. Si può risolvere ridando vita alle piazze, alle strade, promuovendo la socialità e lo scambio di idee ed esperienze fra le persone e questo è quello che facciamo noi con i nostri aperitivi ormai da più di un anno, con le nostre occupazioni e le nostre iniziative fuori e dentro l’università.
Questo flashmob porta in piazza la nostra idea di città e la nostra voglia di cambiamento.