Il questore dopo lo sgombero «I tempi erano programmati»

Le parole di Massimo D'Ambrosio (video)

Il giorno dopo lo sgombero della palazzina di via San Pio X a Trento,  il questore Massimo D'Ambrosio ha voluto spiegare il perché dei tempi e dei modi scelti per procedere.

«Non voglio essere polemico, solo mettere a tacere voci inesatte che si stanno rincorrendo, perché come quando si parla di calcio siamo tutti allenatori, in queste circostanze siamo tutti poliziotti.

Per lo sgombero non abbiamo ricevuto alcun input ministeriale, come riferito da alcune forze politiche.

Da tempo avevamo previsto di agire in questo periodo, per attendere - da ottobre ad oggi - che fossero disponibili le forze necessarie, in precedenza concentrate su altri fronti, dalla chiusura di Expo all'apertura del Giubileo all'allarme terrorismo. Poi c'erano i mercatini, e procedere ad uno sgombero mettendo a rischio l'ordine pubblico in una città gremita non sarebbe stato saggio».

Sulla prevenzione di future azioni simili D'Ambrosio ha chiarito come non sia possibile «presidiare tutti gli edifici sfitti. La speranza è che vengano inflitte condanne perché dal nostro punto di vista abbiamo sempre fatto tutto il possibile con denunce, informative, divieti di ritorno nel comune.

Noi quello che dobbiamo fare lo facciamo, poi sappiamo benissimo che sgomberare e lasciare liberi gli occupanti non è la soluzione ma è ciò che prevede la legge, i provvedimenti successivi non spettano a noi. Noi, assieme alle altre forze dell'ordine, possiamo solo scegliere il momento adatto per agire e portare a termine le operazioni senza che nessuno, né degli occupanti né degli operanti, si faccia male.

Ed è quello che abbiamo sempre fatto in occasione dei cinque sgomberi che ho seguito da quando sono qui, tutti ultimati senza che vi fosse nemmeno una caviglia slogata».

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