Il sindaco annuncia lo sgombero all’ex Sloi «Via l’accampamento». La data è top secret
Sulla tempistica non dice nulla
L’accampamento rom che si trova all’ex Sloi sarà sgomberato. La decisione di intervenire è stata comunicata venerdì sera dal sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, davanti ai cittadini di Campotrentino che già più volte hanno espresso le preoccupazioni in merito alla sicurezza e al degrado presente in questa zona. «Non posso dire la data per motivi di sicurezza - ha spiegato il sindaco - ma abbiamo deciso che sarà un’azione congiunta di questura, polizia locale, servizi sociali e Azienda sanitaria, a salvaguardia delle persone che saranno allontanate da un ambiente non idoneo in cui vivere».
L’ultimo fatto grave all’ex Sloi, in ordine di tempo, è avvenuto lo scorso 30 settembre quando un ragazzo di 23 anni è morto bruciato vivo. All’interno di una delle baracche dell’accampamento - che si trova tutt’oggi in quella che è stata definita l’«ex fabbrica dei veleni» - si era sviluppato un incendio a causa di una candela o di un fuoco acceso forse per riscaldarsi. Le fiamme rapidamente avvolsero la struttura. Lo stesso ragazzo rimase coinvolto, un paio d’anni prima, in un altro grave incidente: fu investito a Trento nord da un treno merci, mentre stava tentando di attraversare la linea ferroviaria per tornare all’insediamento abusivo.
Lo sgombero, come spiegato dal sindaco Andreatta, avverrà per consentire alle persone che oggi si trovano all’ex Sloi di poter vivere in un ambiente più idoneo. La piccola comunità è monitorata costantemente dai servizi sociali del Comune e dagli agenti della polizia municipale. Sono numerosi i controlli che vengono effettuati, soprattutto per verificare la presenza di minori, e tanti sono anche i tentativi di recuperare a una vita dignitosa gli inquilini delle baracche. Il più delle volte però gli aiuti proposti - ha spiegato il Comune - non vengono accettati. Le rilevazioni, che sono state fatte da parte della polizia locale alla fine dello scorso anno, registravano la presenza di circa venti persone.
Il «problema» di questa comunità rom nell’area ex Sloi si innesta anche all’interno dell’ormai lunghissimo iter di bonifica dell’area, inserita nell’elenco dei siti inquinati di interesse nazionale. «L’idea di arrivare allo sgombero - ha spiegato l’assessora comunale alle Politiche sociali, Mariachiara Franzoia - era nell’aria da tempo, ma la decisione spetta al sindaco. Ci sono dei limiti per la sicurezza delle persone e per la loro salute che non possono essere superati. Appena sapremo la data scelta per lo sgombero, ci attiveremo per offrire un’alternativa a queste persone che possono essere poste in strutture a bassa soglia. Anche in passato è stato fatto così ma, purtroppo, queste alternative dai rom non sempre vengono accettate».
Negli ultimi mesi sono aumentate le denunce da parte dei cittadini residenti nelle aree accanto all’ex Sloi per l’aria irrespirabile dovuta alla combustione delle immondizie, soprattutto la sera, da parte dei rom per creare calore.
Da dieci anni a questa parte sono stati numerosi gli sgomberi che hanno riguardato l’area dell’ex Sloi. In alcune occasioni i rom si trovarono dall’oggi al domani senza un riparo, costretti a trovare rifugio successivamente sotto un ponte e ad essere supportati anche dai volontari di strada e dal Centro sociale Bruno (quando un tempo si occupava con Officina Sociale di immigrazione e marginalità).
Oggi, però, occorre rilevare come tutti gli sgomberi del passato, e la contestuale demolizione dei ricoveri fatiscenti, hanno avuto ben poca efficacia: qualche giorno dopo, se non qualche ora dopo, è sempre sorto un nuovo accampamento, nella stessa zona o poco più in là.
LE REAZIONI
«Il sindaco spiega che per motivi di sicurezza non può dirci la data dello sgombero dell’ex Sloi. Vorrei però sapere se per lui quell’area fino ad oggi è stata gestita in sicurezza, perché a me non sembra». Claudio Cia, ora consigliere provinciale di Civica Trentina ed in passato consigliere comunale di Trento, ha appreso venerdì sera a Campotrentino della decisione di effettuare lo sgombero dell’ex Sloi.
«È sconcertante - spiega Cia - sentire come il sindaco riesca a mistificare le cose. Già nel 2013 avevo denunciato più volte la situazione di quest’area. Avevo fatto video e foto che sono ancora visibili nel mio sito internet ed avevo evidenziato lo stato di degrado in questa baraccopoli». Da consigliere comunale, Claudio Cia, aveva più volte denunciato i diversi accampamenti di disperati che si trovavano all’ex Sloi.
«Nel 2012 mi ero attivato - prosegue Cia - perché avevo ricevuto diverse segnalazioni in quelle zone per i “profumi” che arrivano dai boschetti, perché queste persone bruciavano i rifiuti per riscaldarsi. I fumi arrivavano oltre la ferrovia, verso via Brennero, dove nei condomini non potevano nemmeno tenere aperte le finestre. Una situazione che si continua a ripetere anche oggi». Per il consigliere provinciale di Civica Trentina, la colpa del Comune è stata quella di lasciar vivere per troppo tempo queste persone rom in situazioni di degrado e pericolo per la propria salute e quella della comunità. Oggi, però, la situazione non si risolve solamente con lo sgombero.
«Queste persone - ha spiegato - vengono a Trento perché attualmente c’è un’amministrazione comunale che consente loro di raccattare quattro soldi davanti a chiese e ospedali. È evidente che, se non si creano deterrenti riguardo a questo modo di ottenere denaro, chi viene sgomberato da una parte va ad accamparsi in altri luoghi. Serve far capire che a Trento se uno vuole guadagnare soldi lo deve fare attraverso il lavoro oppure se ne va. Non possiamo consentire a queste persone di andare contro una norma, che è quella dell’accattonaggio, perché il messaggio che diamo a chi vuole venire sul nostro territorio è sbagliato».
A giudicare «una buona notizia» l’annuncio da parte del sindaco di provvedere allo sgombero dell’ex Sloi è Claudio Geat, presidente della circoscrizione Centro Storico Piedicastello. «Come circoscrizione - spiega - in questi anni abbiamo fatto molti documenti per sottolineare le criticità della zona e l’emergenza rifiuti. Questa decisione è una buona notizia».