Inquinamento acustico interventi sulla ferrovia
In primavera, l'iniziativa per ridurre l'impatto
Il problema è denunciato da anni, ma non erano chiare le dimensioni: un rumore causato dai treni in transito che la notte arriva anche a superare di 100 volte i limiti di legge. Adesso, proprio perché l'allarme è stato lanciato da tempo e c'è di mezzo la salute dei residenti di Cristo Re, nelle vie Canestrini e Lavisotto più prossime ai binari, c'è anche chi, come il consigliere comunale Dario Maestranzi ( vedi articolo a fianco ), chiedo che qualcuno paghi per la sottovalutazione del problema. Intanto, dagli uffici della Provincia, fanno sapere che, in attesa del progetto di intervento e dell'avvio dei lavori, nel 2017, da parte di Rfi, novità, in termini di riduzione del rumore, ci saranno già dalla prossima primavera.
Decibel alle stelle.
Il comitato di cittadini residenti che da anni chiede una soluzione al problema dell'inquinamento ambientale ha reso noti ( l'Adige di ieri) i valori monitorati dall'Appa, l'Agenzia provinciale protezione dell'ambiente, da cui risulta che, rispetto ai limiti di legge (70 decibel di giorno e 60 dB la notte), sono stati registrati valori superiori di 9,3 dB durante il giorno e di 20,2 nelle ore notturne. Che vuol dire, denuncia il comitato, che considerando la scala logaritmicia dei decibel, si ha un rumore fino a 8 volte più intenso di giorno e fino a 200 volte la notte. Ecco perché è urgente e indifferibile la realizzazione delle barriere di protezione.
Il progetto delle barriere.
La vicenda è finita, oltre che sul tavolo del Comune di Trento e della Provincia, anche su quello della procura della Repubblica e del difensore civico. La domanda, visti i dati, è la seguente: si poteva affrontare seriamente prima il problema? L'assessore provinciale alle infrastrutture e all'ambiente, Mauro Gilmozzi , lo scorso autunno ha annunciato che l'accordo con Rfi (Rete Ferroviaria Italia spa) proprietaria dell'infrastruttura ferroviaria, sotto forma di protocollo, è stato raggiunto, per definire tempi e modi dell'intervento di mitigazione del rumore, con la previsione dell'avvio dei lavori dal gennaio 2017: 6 milioni di costi, più 100 mila euro per la progettazione. Li anticiperà Rfi, poi la Provincia rimborserà.
In realtà i tempi saranno leggermente più lunghi. «Siamo nella fase progettuale, che compete a Rfi, come a Rfi compete realizzare le opere» spiega l'ingegner Raffaele De Col , dirigente del Dipartimento infrastrutture e mobilità della Provincia di Trento «realisticamente i lavori delle barriere potranno iniziare nella primavera del 2017». Interesseranno il tratto che va dalla stazione al campo Coni e via Lavisotto, non arriveranno oltre, fino all'altezza dell'ex scalo Filzi: «Lì non è una priorità, perché non ci sono abitazioni». Un altro anno di attesa, a fronte di livelli così alti di rumore e sforamento dei limiti di legge? «Mi consta» risponde De Col «che intanto le ferrovie siano già intervenute riducendo la velocità dei treni merci in transito». Che è ciò che da anni chiede il comitato, in attesa delle barriere.
Il dirigente della Provincia spiega che, a breve, ci sarà un'altra novità. «Rfi è intenzionata a far partire, dalla primavera, un intervento per ridurre la trasmissione del rumore e le vibrazioni dai binari esistenti, con un sistema di appoggi che riduce l'effetto acustico del rotolamento sulla rotalia. Lo hanno già sperimentato altrove, col risultato di ridurre il rumore di uno, due decibel. Non è molto, ma è qualcosa». Quanto alla possibilità di intervenire prima con una ordinanza sindacale che imponesse la riduzione della velocità, De Col osserva: «Per farla ci dev'essere una norma che la supporta. I 9 decibel sono uno sforamento puntuale, non significa automaticamente sforamento costante».