Abertis stringe i tempi per la Brescia-Padova Ma resta da decifrare la questione Valdastico
Abertis stringe sull’acquisto del pacchetto di controllo della holding che gestisce l’autostrada Brescia-Padova, la cosiddetta Serenissima.
Il colosso spagnolo delle infrastrutture sta da tempo trattando l’operazione con Intesa San Paolo, che «guida» la pattuglia di azionisti privati decisi a vendere la loro partecipazione (la famiglia Tabacchi e il gruppo Astaldi).
La novità delle ultime ore, anticipata dalle pagine finanziarie del Sole 24 ore, riguarda il finanziamento che gli spagnoli avrebbero finalmente ottenuto da un pool di banche iberiche, guidato da CaixaBank e che coinvolge Bbva, Santander, Banco Popular, Bankinter, Unicaja e Sabadell. In ballo c’è una linea di credito di 600 milioni di euro, necessari per pagare cash gli azionisti della Brescia-Padova un pacchetto azionario del 44,5% e che andranno restituiti nel giro dei prossimi 7 anni.
Come è noto, Abertis aveva chiuso un’intesa per trattare in esclusiva l’acquisizione del pacchetto di controllo di una delle più trafficate arterie autostradali italiane, tra le proteste e le polemiche dei soci territoriali pubblici e dei partiti politici che della A4 hanno fatto nel tempo un proprio feudo.
L’esclusiva a trattare era scaduta una prima volta l’estate scorso, ma il termine era stato ripetutamente prorogato, fino all’ultimo termine concordato tra le parti, quello del 31 marzo. E, a quanto pare, stavolta potrebbe essere quella buona.
Con un aspetto per lo meno curioso. Come abbiamo più volte ribadito, l’appeal sul mercato della Brescia-Padova dipende in gran parte dalla proroga della concessione, la quale dipende a sua volta dalla realizzazione della Valdastico Nord. Il completamento della A31 si è sempre scontrato con l’opposizione della provincia di Trento, e proprio su questo tema Abertis aspettava precise garanzie, prima di decidersi a chiudere.
Quando, qualche settimana fa, il tavolo congiunto tra Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Regione del Veneto e Provincia Autonoma di Trento ha chiuso i lavori approvando un documento conclusivo sul corridoio infrastrutturale di interconnessione del Trentino con il Veneto, la lettura di quanto successo è stata, per così dire, poco chiara.
Per l’assessore Mauro Gilmozzi si è trattato di una pietra tombale sul progetto Valdastico; per il governatore del Veneto Luca Zaia, per contro, si era di fronte a uno «spiraglio importante». Tutto dipende da come si interpreta la disponibilità trentina a valutare «soluzioni alternative» alla Pirubi. Con il rischio che quanto è stato fatto uscire dalla porta principale rientri dalla finestra, magari con un altro nome. Sospetto che abbiamo già messo in rilievo e che, alla luce delle ultime mosse di Abertis, prende una certa consistenza.
Non a caso proprio il Sole 24 Ore cita la «recente intesa tra Regione Veneto, Provincia di Trento e Governo sul collegamento tra la Valdastico nord e Trento» come fattore decisivo per spianare la strada all’intera operazione Abertis.