Azienda sanitaria, la Provincia conferma il premio da 52 mila euro per il direttore
E ci sono subito polemiche
La Provincia conferma anche per il 2016 il premio massimo di 52.000 euro per il direttore generale dell’Azienda sanitaria che raggiunga il livello più elevato degli obiettivi di miglioramento della sanità provinciale. Il premio massimo è il 30% dello stipendio del direttore generale che si aggira sui 175.000 euro annui lordi. A stabilire gli obiettivi da raggiungere per quest’anno è stata la giunta provinciale con una delibera firmata dall’assessore alla salute Luca Zeni che ha di fatto confermato anche in questa fase transitoria per la direzione generale gli obiettivi che erano stati fissati in passato.
Attualmente, infatti, dopo l’uscita di Luciano Flor andato a Padova, al vertice dell’Azienda sanitaria è stato scelto il manager Franco Debiasi. Ma a contribuire a centrare i risultati potrebbe dover essere, almeno a partire dall’estate, il nuovo direttore generale. La procedura pubblica per la scelta del numero uno operativo dell’Azienda sanitaria, infatti, è in pieno svolgimento e la commissione dovrà spulciare tra le decine e decine di curricula arrivati per giungere, al termine della selezione, alla decisione su chi gestirà la fase attuale - delicata - della sanità trentina.
Se si guarda agli obiettivi fissati dalla giunta provinciale con la delibera e i relativi allegati, si nota, ad esempio, la richiesta di contenere entro alcuni tempi massimi prefissati l’attesa per alcuni interventi non prioritari (quindi non urgenti). In particolare, per un intervento chirurgico per il carcinoma alla prostata i giorni massimi sono 50, per quello di ipertrofia della prostata 65, per una visita urologica 70 giorni, per una colonscopia 80, per una visita del campo visivo 60, per una visita oculistica post intervento cataratta 90 giorni. Ma la delibera della giunta fissa anche altri parametri legati al miglioramento della rete ospedaliera nel suo complesso.
Tra gli altri obiettivi da raggiungere, tra cui l’aumento dell’assistenza domiciliare, l’estensione del sistema di presa in carico delle future madri e del neonato per garantirne una migliore evoluzione nello sviluppo cognitivo, emotivo ed affettivo dei bambini. Si punta poi a diffondere una cultura della salute anche nelle aziende e a sostenere la sicurezza alimentare.