Aggredito nel sottopasso e rapinato del telefonino
Picchiato e rapinato del cellulare in pieno giorno, mentre stava andando alla stazione per prendere il treno. È quanto accaduto ad uno studente ventenne della Valsugana che lunedì, verso le 16, è finito nella trappola di un malintenzionato che l'ha minacciato con un pezzo di latta appuntito e lo ha colpito.
Quando l'aggressore è fuggito via, ha chiesto aiuto alla polizia ferroviaria. Come la vittima ha evidenziato nella denuncia, si trovava in via Pozzo, all'ingresso della stazione, quando uno sconosciuto, più o meno della stessa età, si è avvicinato chiedendo il favore di cambiargli 10 euro. Lo studente ha preso il portafoglio e gli ha consegnato le monete, senza neppure attendere che di ricevere la banconota. Lo ha fatto ingenuamente, non accorgendosi che il cambio di soldi era solamente una scusa per agganciarlo.
A quel punto è scattata la trappola, con il malintenzionato che ha preso le monete ed è fuggito e lo studente che ha tentato di rincorrerlo per cercare di riprendersi i 10 euro: anche questo faceva parte del «piano» perché il rapinatore è scappato verso la chiesa di San Lorenzo, infilandosi nel passaggio della ferrovia che porta direttamente ai binari della Valsugana, e superando il cancello che in questo periodo rimane sempre chiuso per motivi di sicurezza (vedi articolo in basso). Il rapinatore, si è poi infilato nel sottopasso «secondario» che conduce ai binari 2 e 3 dei treni. Nel tunnel, al riparo da eventuali testimoni, si è fermato e ha minacciato la vittima con una lattina tagliata in due.
«Dammi tutti i soldi che hai» ha detto allo studente. Quest'ultimo, che di denaro nel portafoglio ne aveva poco, ha tentato di scappare. Lo sconosciuto lo ha bloccato: «Allora dammi il cellulare» gli ha intimato, dopo averlo colpito con calci e pugni. A quel punto la vittima ha ceduto ed è stata costretta a consegnare ciò che aveva in tasca. Quando l'aggressore si è allontanato, il ventenne - impaurito e dolorante per le botte ricevute - è corso all'interno della stazione per cercare aiuto. Alla polizia ferroviaria ha spiegato di non aver mai visto il giovane prima di quel pomeriggio, né di aver mai avuto alcun tipo di problema con i gruppi di stranieri che trascorrono le giornate fra piazza Dante e il muretto che divide l'area della stazione dal cortile della chiesa di San Lorenzo.
L'episodio, per le modalità con cui è accaduto (in pieno giorno e con un pezzo di latta come arma impropria), appare isolato: rimane da capire se sia stata una «bravata», nata solo per rubare qualche spicciolo e poi degenerata in rapina, o se tutto sia stato pianificato. Se quest'ultima ipotesi fosse confermata, non c'è da stare molto sereni: l'aggressore è riuscito molto abilmente a far cadere la vittima in trappola conducendo lo studente in una zona appartata, all'interno del tunnel che in queste ultime settimane non viene praticamente mai utilizzato. Il rapinatore sa bene, dunque, come muoversi nella zona.