Ordina quintali di frutta con un biglietto da visita clonato
Ordina le forniture presentando un biglietto da visita fasullo
Con un biglietto da visita telematico fasullo, un gruppo di truffatori napoletani ha tentato di ordinare (senza pagare) quintali di frutta dall’estero spacciandosi per la ditta «TrentoFrutta». A scoprire il raggiro è stata la stessa azienda trentina, che ha sede in via Degasperi nel capoluogo e che trasforma frutta e verdura fresca in prodotti commercializzati nei mercati di tutto il mondo.
Con un messaggio pubblicato sul proprio sito internet, TrentoFrutta avvisa i fornitori di diffidare delle comunicazioni dell’uomo che, in almeno due casi, ha cercato di effettuare consistenti ordini presso ditte francesi e spagnole spacciandosi per un dipendente.
I responsabili dell’azienda trentina si sono inoltre rivolti alla squadra mobile di Trento per denunciare l’accaduto: è dunque partita l’indagine che ha portato, grazie all’intuito ed all’abilità (anche informatica) degli investigatori, a dare un nome ad «capo» della banda di truffatori, un napoletano con precedenti specifici.
Oltre al numero di cellulare che compariva sul biglietto da visita ed al nome falso del sedicente collaboratore della ditta trentina, gli uomini della squadra mobile avevano in mano poco altro. Grazie all’incrocio dei dati relativi alle utenze telefoniche e, soprattutto, ad una foto su Facebook in cui si notava la targa di un’auto è stato possibile risalire alle persone che gravitavano attorno al truffatore e, infine, al responsabile degli ordini fasulli per conto di TrentoFrutta. L’uomo, 42 anni, è stato denunciato per sostituzione di persona.
I responsabili di TrentoFrutta hanno saputo del biglietto da visita «clonato» grazie ai fornitori che erano stati contattati dal truffatore e che chiedevano conferma degli ordini (in un caso, una fornitura di una trentina di pallets di arance). La ditta trentina si era detta del tutto estranea a queste richieste e gli ordini erano stati annullati. La stessa persona che si è spacciata per un dipendente di TrentoFrutta avrebbe fatto lo stesso giochetto con una ditta di Bologna.