Le cerimonie del 2 giugno Olivi: «Una festa di popolo»
Con cerimonie a Trento e a Bolzano è stata festeggiata anche in Trentino-Alto Adige la festa della Repubblica che oggi compie 70 anni.
Le cerimonie a Trento sono iniziate in piazza Duomo con l’arrivo delle autorità e dei diversi corpi combattentistici, con la sfilata del gonfalone di Trento e l’alzabandiera sulla torre civica, a cui è seguita la lettura del messaggio del presidente della Repubblica nel 70° del referendum in cui fu sconfitta la monarchia.
Quindi il discorso del sindaco di Trento Giampaolo Andreatta, che ha rivolto un particolare saluto al nuovo commissario del governo Pasquale Gioffrè.
In piazza Walther a Bolzano dopo l’alzabandiera alla presenza delle massime autorità cittadine è stata inaugurata l’esposizione di mezzi ed attrezzature delle forze dell’ordine e armate nonchè delle associazioni della Protezione Civile.
Nel pomeriggio il commissario del governo consegnerà la Medaglia d’onore ad un congiunto di Bruno Stringhini, internato in un lager nazista. In serata a palazzo Ducale si terrà un concerto dell’Orchestra regionale Haydn.
«Il 2 giugno è e deve continuare ad essere una festa di popolo, non di èlite, perché è il popolo italiano che ha voluto la Repubblica e costruito la nostra democrazia, gli uomini e soprattutto le donne italiane, che per la prima volta erano chiamate al voto, e che sapevano quanti sacrifici e quanto dolore si devono sopportare per ottenere un futuro migliore, per sè e per i propri figli», ha detto il vicepresidente della Provincia autonoma di Trento, Alessandro Olivi, intervenendo in piazza Duomo.
«Per poter dire che abbiamo dato piena realizzazione alla nostra Costituzione, e in particolare all’articolo 1, dobbiamo lottare più efficacemente contro le disuguaglianze e per uno sviluppo che garantisca un lavoro giusto e sicuro, soprattutto ai giovani» ha aggiunto Olivi.
«Noi trentini, come tutte le genti di montagna, siamo abituati a a camminare in salita. Non ci risparmiamo e non ci tiriamo indietro. ma sappiamo che le grandi conquiste si ottengono con uno sforzo collettivo, impegnandosi, uomini e donne, tutti assieme», ha concluso il vicepresidente.
Andreatta ha parlato del 2 giugno come di una «festa non scontata» ricordando fra l’altro che, fra le 21 donne che sedettero ai banchi della Costituente, vi era anche una trentina, Elisabetta Conci.
«La responsabilità di essere cittadini e non sudditi è - ha detto - il lascito più grande del 2 giugno. Mi auguro che noi tutti, qualunque sia il nostro ruolo, ne siamo degni eredi».