Parcheggi a pagamento: macchinette fuori norma senza la carta di credito e il bancomat

di Chiara Turrini

Dal primo di luglio i parcometri hanno l’obbligo, per legge, di consentire il pagamento della sosta con bancomat o carte di credito. La nuova norma è entrata in vigore in sordina, compresa nel pacchetto della legge di Stabilità 2016. Ma il comma 901 sta creando scompiglio nel mondo della gestione dei parcheggi a pagamento. Gli utenti infatti potrebbero essere legittimati a non pagare il ticket presso le «colonnine» che non hanno il dispositivo per il pagamento Pos.

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«La disposizione esiste. Non siamo riusciti ad adeguarci entro la data del primo di luglio, ma ci stiamo attrezzando per aumentare il numero di parcometri dotati di Pos - dice l’ingegner Marco Cattani, direttore di Trentino Mobilità, società che si occupa della gestione delle soste nei comuni di Trento, Levico, Caldonazzo, Lavis, Pergine, Terlago e Palù del Fersina – per ora comunque gli utenti devono comunque pagare il ticket».

Con il fine di incentivare i pagamenti elettronici, il comma 901 prevede infatti che «dal 1° luglio 2016, le disposizioni di cui al comma 4 dell’art. 15 del d.l. n. 179/2012, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 221/2012, si applicano anche ai dispositivi di cui alla lettera f) del comma 1 dell’articolo 7 del codice della strada»: ciò significa che anche i dispositivi di controllo della durata delle soste, le cosiddette «colonnine», devono obbligatoriamente «accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito e carte di credito».

Non si accenna però al diritto di rifiutarsi di pagare in caso di assenza del Pos. In compenso si sollevano le gestioni dall’applicare la norma in caso di «impossibilità tecnica». «L’Aipark, Associazione Italiana tra gli Operatori nel settore della Sosta e dei Parcheggi, ha chiesto ai Ministeri delle Finanze, Infrastrutture e Trasporti, e all’Agenzia per l’Italia digitale di chiarire la norma, speriamo che arrivo presto le delucidazioni in materia» aggiunge Cattani.

In totale Trentino Mobilità gestisce 140 parcometri, 18 dei quali dotati di Pos per pagamenti con carta. A Trento città sono 6 su 111. «Convertire l’intero parco dispositivi non conviene, costerebbe troppo a fronte di un incasso mensile che in alcune zone periferiche non supera poche decine di euro» dice il direttore. Passare al pagamento elettronico costerebbe oltre 200 mila euro, con un canone di attivazione mensile di circa 30 mila euro.

«Vorremmo investire senza sprecare i soldi dei contribuenti – spiega – e l’obiettivo per ora è dotare di Pos almeno un parcometro per ogni area tariffaria, e dove non ci sarà porremo indicazioni su dove trovare».
Il comma si presta a diverse interpretazioni. Secondo alcuni legittima gli utenti a scioperare il pagamento del ticket, trincerandosi dietro l’assenza del Pos. Secondo altri la legge non fa riferimento all’astensione dalle tariffe. Non essendoci una lettura condivisa e chiara, gli automobilisti potrebbero tentare il ricorso in caso di multe e sperare nell’esegesi favorevole del giudice.

Se lo scopo del comma è quello di incentivare le alternative al contante, Cattani obietta che esiste già un metodo del genere, attraverso la app che consente di pagare con lo smartphone.

«In ogni caso i dati ci mostrano che il pagamento via pos non è la modalità preferita, anzi – continua l’ingegnere -. La percentuale è inferiore a quella dei ticket emessi dallo smartphone, che si aggirano intorno al 4%». Funzionano meglio le tessere prepagate: le sceglie il 15% degli utenti. L’Aipark chiede «una congrua proroga della data per l’adeguamento, la possibilità di considerare i sistemi per il pagamento con le modalità “mobile” come valida alternativa all’uso delle carte bancarie». Gestori e utenti ora aspettano chiarimenti.

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