L'ostetrica dedicata: guida durante tutta la gravidanza
Il test di gravidanza è positivo e per le future mamme, nella maggior parte dei casi, si spalanca la porta della felicità ma anche quella delle paure e dei dubbi.
Il test di gravidanza è positivo e per le future mamme, nella maggior parte dei casi, si spalanca la porta della felicità ma anche quella delle paure e dei dubbi. Quali esami devo prenotare? Quando devo fare la prima ecografia? Cosa posso fare ora e cosa è meglio evitare?
Trovare una figura di riferimento che accompagni durante tutto il percorso nascita è sicuramente un qualcosa che può garantire tranquillità. Per questo, proprio per evitare di trovarsi davanti professionisti sempre diversi, in questo settore le visite private vanno alla grande. Ma le novità organizzative stanno mutando le abitudini.
Sono state circa mille le donne trentine che hanno aderito al percorso nascita con ostetrica dedicata, partito come progetto pilota a Tione, avviato in Valsugana, approdato a giugno dello scorso anno a Trento e poi divenuto realtà anche nell’Alto Garda e Ledro e in val di Fiemme e Fassa. Ora l’ultima zona scoperta rimane quella delle valli di Non e Sole. A un anno dall’avvio del percorso a Trento, presso l’ambulatorio dedicato al Villa Igea, iniziano ad arrivare i primi riscontri positivi di donne che sono state prese in carico all’inizio della gravidanza e sono state poi accompagnate fino al puerperio, due mesi dopo la nascita del loro figlio. Donne soddisfatte, che hanno mostrato pieno gradimento per il fatto di essere state seguite nei loro nove mesi di gravidanza, e anche dopo, da una figura ostetrica di riferimento che le ha guidate con consigli e visite, ma anche fissando accertamenti ed esami necessari.
Caterina Masè è operation manager di questo progetto. In pratica ha seguito passo a passo l’evolversi di questa organizzazione innovativa in Italia.
«Siamo partiti cercando di conoscere la realtà europea, con le esperienze in Danimarca, Svizzera e Inghilterra per poi analizzare le esigenze delle donne del nostro territorio. Ne è nato questo percorso nascita che comprende un insieme di attività che garantiscono una precoce presa in carico della donna con risposte diverse a seconda che si tratti di una gravidanza fisiologica o a rischio. Il punto fermo è l’ostetrica con la quale la donna ha avuto il primo colloquio che rimane comunque la figura di riferimento per tutta la gravidanza».
Appena scoperto di essere incinta la futura mamma può chiamare il Cup e chiedere un appuntamento per il primo colloquio con l’ostetrica.
Questo deve essere fissato entro una settimana. A quel punto la professionista prescrive alla donna tutti gli esami da effettuare, le fornisce i consigli sugli stili di vita e le norme igieniche e poi fissa le visite e le ecografie previste. La futura mamma, quindi, non si deve più preoccupare di nulla (almeno dal punto di vista organizzativo). «È l’ostetrica che la segue che le fisserà tutti gli appuntamenti e accertamenti necessari e in questo modo vengono garantiti anche nei tempi giusti».
Una presa in carico totale, dunque, con una figura centrale che non è più il medico ma l’ostetrica.
«Lo scopo non è portare via clienti ai ginecologi. Se uno ha un ginecologo di fiducia può continuare ad andare da lui. Con questo percorso viene garantita una continuità assistenziale con un professionista di riferimento anche nel pubblico su tutto il territorio», spiega Caterina Masè.
A Trento l’equipe del percorso nascita è garantita da quattro ostetriche. In base a una delibera della giunta provinciale ogni ostetrica può prendere in carico un massimo di 75 donne che, nei luoghi dove non c’è punto nascita, scendono a 50 dovendo garantire l’equipe anche una reperibilità ostetrica h24 a partire dalla 37ª settimana.
«Ci sono evidenze scientifiche che dicono che nelle gravidanze a basso rischio la figura più adeguata per seguire la gravidanza è l’ostetrica.
La valutazione del rischio è continua ma l’approccio è sicuramente meno medicalizzato».
A Trento, fino ad ora, sono circa 400 le donne che hanno aderito al percorso. «L’obiettivo - spiega la Masè - è quello di raggiungere il 50% delle donne in gravidanza sui territori dove non c’è punto nascita entro l’anno. Sicuramente chi l’ha provato ha apprezzato e sta facendo buona pubblicità. A breve usciremo anche con un volantino con tutte le spiegazioni. C’è soddisfazione anche in termini di adeguatezza degli esiti, di consapevolezza delle donne e in anche per quanto riguarda i tassi di allattamento».
Dal punto di vista professionale, per quanto riguarda le ostetriche, si tratta sicuramente di una valorizzazione della loro figura.
Anche quelle che si trovavano nei punti nascita oggi chiusi e che sono state portate nell’ambito dei percorsi nascite hanno avuto un impulso della loro attività lavorativa.