L'imam del Trentino in Duomo: «Anche noi vittime dei terroristi, lavoriamo insieme per la pace»
«Sono qui per esprime la nostra vicinanza e solidarietà a tutta la Chiesa per l'uccisione di un prete pacifico, che predicava la pace in Francia. Ci sentiamo colpiti, offesi, vittime anche noi. E rifiutiamo nella maniera più assoluta il connotato, il termine islamico per questo terrorismo. Sono qui per ribadire che la strada del dialogo con la Chiesa è cominciata da molti anni». Lo ha detto questa sera l'imam di Trento, Aboulkheir Breigheche, prima di entrare nel Duomo di Trento per la messa delle 19, presieduta da monsignor Giulio Viviani, mentre l'arcivescovo Lauro Tisi celebrava un'altra funzione in contemporanea in Trentino.
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«Queste persone - ha dichiarato Breigheche - secondo noi non hanno religione, perché nessuna religione insegna la violenza. Le religioni insegnano la pace, la fratellanza. Crediamo nello stesso Dio, abbiamo tutti i valori comuni, provenienti dalla stessa origine- La nostra religione ci insegna la pace ed è la pace il nostro saluto. Queste persone hanno ucciso anche i nostri fratelli musulmani, a Nizza, come a Bruxelles, a Dacca, a Istanbul come a in Siria, come in tante altre parti. Ora possiamo immaginare di dargli il termine di islamico? Non è possibile, non è ragionevole».
«Siamo qui - a parlare è Rtaib Abedelbakki, membro della direzione nazionale dei giovani musulmani, presente alla Messa - per esprimere la nostra vicinanza ai fratelli cristiani, per il segno di offesa ricevuto, a rappresentare l'Islam equilibrato, che è quello prevalente. Per dire che siamo più vicini ai fratelli cristiani che ai criminali. Per compiere un passo verso la collaborazione, il rispetto reciproco e non superficiale. Solo così si può combattere insieme, perché vittime ci sono da entrambe le parti».