Trento, l'orafo finisce a giudizio La cliente: si è tenuto i miei gioielli
Addio ori, ma questa volta i ladri non c'entrano. A finire a processo è un artigiano orafo di Trento che - sostiene l'accusa - si sarebbe tenuto alcuni gioielli che un'anziana cliente gli aveva portato per una riparazione.
Dopo aver sollecitato invano la restituzione di un pendente, un girocollo a maglia larga, e un braccialetto, tutti in oro, la donna ha sporto denuncia.
A processo, con l'accusa di appropriazione indebita aggravata, è finito un artigiano di 58 anni che aveva un laboratorio in città.
La donna, 85enne originaria della valle di Cembra, a fine novembre 2014 si rivolse all'orafo per qualche piccola riparazione.
L'odierno imputato, rilasciando ricevuta per i gioielli ricevuti, assicurò alla cliente che i suoi preziosi sarebbero stati pronti nel giro di qualche settimana. Verso metà di dicembre la donna si presentava in laboratorio ma rimaneva delusa: i gioielli non erano ancora pronti. L'orafo chiedeva ancora un po' di pazienza per concludere il lavoro.
Il tempo passava, ma la data della consegna scivolava sempre più avanti.
La donna sostiene che, arrivato febbraio, fissò un appuntamento per ritirare i suoi ori. Ma afferma che arrivata davanti al laboratorio, trovò la porta chiusa e le serrande abbassate. Preoccupata per quello sviluppo imprevisto, la donna chiedeva informazioni ai commercianti dei negozi adiacenti, ma nessuno sapeva dare notizie sull'artigiano.
L'anziana signora riusciva comunque a contattare l'orafo. Questi si scusava e spiegava che la chiusura e i ritardi erano dovuti a problemi di salute e che una volta guarito avrebbe mantenuto i suoi impegni.
Dopo un'altra manciata di settimane trascorse invano e altrettanto vane rassicurazioni, la donna si rivolse al suo legale di fiducia per presentare querela. Il processo ieri è stato rinviato.