«Senza tagli Sait in rosso». Parla il direttore Picciarelli Valori della Cooperazione trentina? «Siamo un'impresa»
Quest’anno il Sait non chiuderà in perdita, ma l’anno prossimo sì senza i 130 esuberi decisi dal consiglio di amministrazione. «Abbiamo un problema di produttività del lavoro - afferma il direttore generale Luca Picciarelli - ma tutti i risparmi che otterremo dai tagli, circa 5 milioni di euro, saranno reinvestiti sul commerciale, cioè a favore delle Famiglie cooperative socie e dei consumatori».
E i «buchi» immobiliari? «Con le svalutazioni fatte nell’ultimo bilancio ora possiamo cedere gli immobili senza ulteriori minusvalenze». Picciarelli conferma l’apertura a «tutte le soluzioni per ridurre l’impatto sociale degli esuberi».
I VALORI DELLA COOPERAZIONE
«La mia impressione è che il Trentino si sia svegliato scoprendo che il Sait è un’azienda. Lo straordinario assetto valoriale della cooperazione non può essere l’unico criterio di condotta. Anzi, se vogliamo mantenerlo ce lo dobbiamo poter permettere. Il modello coop va reso più efficiente».
RESPONSABILITÀ DEI MANAGER
«Non ha senso una caccia ai colpevoli. Peraltro nella struttura Sait, che non è mai stata snella, i dirigenti erano soltanto 6. E tre di loro sono già usciti, di cui due per andare in pensione».
TAGLI AL PERSONALE MA RECLUTAMENTO AL POLI
«Un Sait debole fa comodo ai concorrenti. Si scandalizzano quando riceviamo curriculum da loro dipendenti, ma in passato è spesso accaduto il contrario. In un territorio piccolo è inevitabile che si rischi di rubarsi a vicenda risorse umane. Noi però, a differenza di concorrenti che hanno delocalizzato la logistica fuori provincia, manteniamo tutti i servizi sul territorio».
UN 2015 CON 11 MILIONI DI ROSSO CAUSA SVALUTAZIONI IMMOBILIARI
«Quest’anno il Sait non chiuderà in perdita. L’anno prossimo però potrà accadere se non operiamo questa riorganizzazione dei processi e non generiamo risorse da investire nella politica commerciale».
130 DIPENDENTI DA TAGLIARE PARI A 5 MILIONI
«I 5 milioni di risparmio saranno investiti sul commerciale, cioè a favore delle Famiglie cooperative socie e dei consumatori finali».
TAGLI E RICHIESTA DI STRAORDINARI
«I costi del personale, pari a 27 milioni e mezzo di euro, sono oltre il livello di guardia in base ai parametri di produttività. Questa azienda finora non ha lavorato sulla produttività negli uffici e in magazzino. Gli straordinari sono la conseguenza del fatto che bisogna lavorare più ore perché la produttività è bassa».
MENO CLIENTI, MENO COOP CONSORZIATE, INCOGNITA SUPERSTORE
«Non c’è dubbio che la grande distribuzione vive di volumi e il nostro obiettivo è aumentare la massa critica. L’esito della trattativa con Alleanza 3.0 sui Superstore però è tutt’altro che scontato. La gestione al Sait è una delle opzioni. Per quanto riguarda le fuoruscite delle cooperative, speriamo non ci siano. La Coop Alto Garda è stata stimolante nella ricerca dell’efficienza. Non so dove siamo mancati prima, ma oggi la situazione è migliorata».
RETE DI VENDITA CON 27 supermercati (250 addetti)
«La rete di vendita ha bisogno di interventi rapidi. Pur mancando ancora l’eccellenza, abbiamo deciso di investire mantenendo il personale e con un pacchetto di ristrutturazioni».
La mia impressione è che il Trentino si sia svegliato scoprendo che il Sait è un’azienda
Nei giorni scorsi una parte dell'opposizione in consilgio provinciale ha chiesto il «taglio delle teste» della dirigenza. Manuela Bottamedi (Grupo Misto), Giacomo Bezzi (Forza Italia), Claudio Cia (Agire) e Maurizio Fugatti (Lega Nord), esprimendo «totale solidarietà ai 130 dipendenti che dovranno pagare con il posto di lavoro anni di errori gestionali e scelte sbagliate operate dai vertici dell'azienda cooperativa», hanno detto che è urgente la rimozione dei «colletti bianchi», cioè di quei fuinzionari della Cooperqazione responsabili della crisi in cui versa l'azienda.
Come scritto dall'Adige, nella partita del gigante della Cooperazione trentina ci sono anche i progetti immobiliari: terreno ex Imete a Gardolo svalutato per 5,8 milioni o quelli a Levico e Primiero in capo alla controllata Coopersviluppo, che ha chiuso il 2015 con 4,5 milioni di perdita.
«Abbiamo riportato terreni e immobili a valori di mercato - dice Picciarelli - così possiamo cederli senza ulteriori minusvalenze. Ci stiamo però anche guardando attorno per nuove aperture su mercati scoperti o interessanti».
DEGASPERI (CINQUE STELLE): «A PAGARE SONO SEMPRE GLI STESSI»
«I nodi sono arrivati al pettine e la dirigenza pensa di risolvere tutto con 130 licenziamenti». Ad affermarlo, in una nota, è il consigliere provinciale trentino del Movimento Cinque Stelle Filippo Degasperi.
«I problemi del Sait - aggiunge - sono tanti e antichi. A titolo di esempio e senza la pretesa di essere esaustivi faremo alcuni esempi: c’è il caso scuola del nuovo magazzino Sait, lanciato in pompa magna con la promessa che avrebbe consentito risparmi dell’1% annuo sul fatturato. A regime di milioni ne è costati 60 e invece di garantire risparmi garantisce perdite.
Ci sono i negozi in Alto Adige, che ogni anno vanno in rosso per circa 200.000 euro. C’è il Superstore, altra ideona lanciata con la promessa di ricavi tali da garantire dividendi alle piccole cooperative e che invece è finito anch’esso per accumulare perdite costanti».
Gli errori - dice il consigliere grillino - sono quasi sempre imputabili a decisioni manageriali di una dirigenza inossidabile, la quale non sembra intenzionata ad assumersene la responsabilità.
«Sait è poco competitivo? Accumula perdite? Poco male, la soluzione è facile. Facciamo 130 licenziamenti e passa la paura. La verità ormai sotto gli occhi di tutti è che la cooperazione trentina è governata da una élite legata a doppio filo con la politica, che in barba agli stessi principi cooperativi pensa solo ed esclusivamente alla propria sopravvivenza e che quando c’è da pagare il conto dei propri errori non esita a presentarlo a chi per vivere deve lavorare».