Video porno con minorenni Nei guai operaio trentino
Denuncia anche per un altoatesino: scaricavano e condividevano immagini pedopornografiche
Un trentino di 37 anni ed un altoatesino di 32 sono stati denunciati per detenzione e diffusione di video pedopornografici. Le perquisizioni nelle loro abitazioni sono avvenute nei giorni scorsi, nell’ambito dell’indagine «Sweep web» (letteralmente «spazza il web) condotta dalla polizia postale di Firenze, che ha portato a 5 arresti in flagranza di reato ed a 30 denunce. Le persone coinvolte appartengono a tutti i ceti sociali, in maggioranza hanno tra i 30 e 50 anni.
Sono stati sequestrati oltre 10mila video che ritraggono minorenni: erano stati condivisi dagli indagati italiani e da 120 persone residenti in Europa, Stati Uniti ed America Latina.
I FILMATI DELL’ORRORE
L’inchiesta è partita nel 2015 dalla denuncia di un cittadino livornese che, scaricando musica tramite un programma di file sharing, si era ritrovato sul computer un video pedopornografico.
Nelle immagini sequestrate dagli agenti della polizia postale di Firenze sono state scoperte scene di sesso di adulti con bambini anche di cinque anni. I filmati, dai primi accertamenti, sarebbero stati girati all’estero. Le sequenze contenute nei files saranno caricate su un data base dell’Interpol, l’International Child Sexual Exploitation; attraverso la condivisione con le polizie di tutto il mondo si cercherà di individuare i minori abusati e di acquisire elementi su possibili altri responsabili.
GLI ARRESTI
Cinque persone sono state arrestate in flagranza di reato ad Arezzo, Roma, Ferrara, Brescia e Venezia e si trovano ai domiciliari. Tutte erano già conosciute alle forze dell’ordine per gli stessi reati. Come è emerso dalle indagini, i video venivano scaricati principalmente di notte. Gli arresti sono scattati per la flagranza del reato e per il numero di files di contenuto pedopornografico rinvenuti.
LE PERQUISIZIONI
Le perquisizioni, in tutto 44, sono state effettuate in Trentino Alto Adige, Toscana, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Umbria, Lazio, Puglia e Sicilia. «È un crimine odioso e obbrobrioso», ha detto nel corso della conferenza stampa il procuratore capo di Firenze Giuseppe Creazzo, per il quale la polizia delle comunicazioni «dovrebbe essere potenziata: ormai gran parte dei reati avviene sul web».
L’INDAGINE IN REGIONE
Le perquisizioni affidate al Compartimento della polizia postale del Trentino Alto Adige sono avvenute nei giorni scorsi. Gli agenti sono andati nelle abitazioni di due uomini, un operaio di 37 anni residente a Trento ed un professionista trentaduenne della provincia di Bolzano.
Delicata la posizione del primo: nel suo computer, sequestrato assieme all’hard disc per ulteriori verifiche sui contenuti dei files, sono stati trovati diversi filmati con contenuto pedopornografico, scaricati e condivisi attraverso il web.
L’altoatesino indagato avrebbe una posizione marginale: sarebbe stato solo un frequentatore «occasionale» (così l’hanno definito gli investigatori) del web nascosto.
VERIFICHE ANCHE ALL’ESTERO
Gli agenti per entrare nel giro hanno finto di essere interessati a immagini e video, e per sei mesi hanno tracciato e indagato tutti coloro che scaricavano materiale pedopornografico con normali programmi di file sharing. È stato così scoperto che per accedere alla sezione più nascosta del web occorrevano particolari password.
Per le indagini sul territorio italiano gli agenti della polizia postale di Firenze si sono avvalsi della collaborazione dei colleghi dei Compartimenti di altre regioni, mentre per gli accertamenti sulle 120 persone residenti all’estero sono state avvisate le polizie dei Paesi interessati dalle connessioni, attraverso lo Scip, il Servizio per cooperazione internazionale di polizia.