Profughe a Lavarone Il parroco: «Agite da cristiani»
Dopo l’attentato incendiario presso la casa delle suore Elisabettine, che da lunedì ospiterà 24 giovani nigeriane richiedenti asilo, l’appello del sacerdote alla solidarietà verso chi scappa dalla violenza
Se l’intento era quello di esprimere ostilità nei confronti delle 24 giovani nigeriane attese lunedì dando fuoco alla porta della casa-vacanza delle suore Elisabettine (nella foto la madre superiora Sandra Benfatto) che deve ospitarle, il risultato che ne è uscito è esattamente l’opposto: sindaco e opposizione uniti a riverniciare la porta e soprattutto il coinvolgimento delle varie realtà dell’altopiano per dimostrare che «il vero Lavarone non è certo quello dell’attentatore, ma quello di persone pronte a dare la propria disponibilità», come dice la vicesindaco Adriana Fellin.
«Anche con i gruppi di minoranza - spiega - facciamo fronte comune per dare una risposta ferma a questo atto criminale e deplorevole: nessuna persona ragionevole può dire una cosa diversa». Lo sconcerto è palpabile: «Abbiamo ricevuto diverse telefonate di cittadini che hanno espresso stupore e grande delusione. Di certo quell’incendio non ci appartiene».
Già all’opera è anche Adele Weiss, consigliera comunale e responsabile della Croce Rossa: «Ci siamo subito messi a disposizione per aiutare e sono davvero convinta che quando avremo l’opportunità di conoscere queste persone, e avremo ascoltato le loro storie, tutto si sistemerà per il meglio».
«Bisogna dare un segnale concreto - aggiunge il parroco Piergiorgio Malacarne, tra i primi ad accorrere sul luogo del misfatto e a dare l’allarme - e per questo stiamo pensando ad una piccola sottoscrizione a sostegno del progetto».
È amareggiato don Malacarne: «L’ambiente della montagna era molto ospitale: ora è inquinato dall’interesse e le persone che protestano contro i profughi sono spaventate perché temono di perdere i loro clienti, hanno paura che venga turbata la serenità di questi posti».
Riprende il parroco: «Ma questa gente che arriva da lontano, che ne ha viste di tutti i colori, nonostante tutto ha dentro una bontà infinita. Io l’ho detto ai miei parrocchiani: “Là scappano dalla guerra, ed ora qui devono scappare da voi”. Questo non è un modo di fare cristiano. Gesù è stato sempre molto chiaro: prima di parlare, bisogna accogliere. Lui per primo non è stato accolto, e proprio per questo il suo insegnamento è così importante».