Guerra del vin brulè ai mercatini di Natale
Mentre dai pentoloni e dai mestoli dei mescitori scorrono nei bicchieri di turisti e trentini fiumi di vin brulè si consuma una sotterranea battaglia tra chi sulla bevanda calda e ristoratrice, diventata popolarissima nelle ultime stagioni all'interno dei mercatini di Natale, ci ha costruito un business.
Alvaro Giuliani, titolare della Bottega del Gusto di Mattarello e commerciante cultore dei prodotti tipici trentini, lo scorso anno era in prima linea a vendere vin brulè. Quest'anno invece, ed è la prima volta dopo tre lustri, il suo stand non c'è e Giuliani limita la sua presenza come addetto di quello del Gruppo formaggi del Trentino. Non c'è perché con Trento Fiere, la società che organizza i mercatini, ha litigato di brutto. Proprio per colpa del vin brulè. L'anno scorso il finale di stagione fu burrascoso e il malcontento del commerciante, che si sentiva penalizzato dal fatto che altri stand vendevano la popolare bevanda calda senza a suo giudizio averne diritto, è sfociato in una richiesta di danni addirittura per 50.000 euro.
Davanti a una rivendicazione di questa portata la società ha chiuso qualsiasi discorso affidando la questione ad un legale e adesso il contenzioso ha preso la strada delle carte bollate. Certo desta una certa sorpresa l'entità del danno che Giuliani dice di aver subito. Proviamo a fare due conti. Un bicchiere di plastica di vin brulè al mercatino viene venduto mediamente per 2 euro e mezzo e l'anno scorso uno dei venditori specializzati raccontava di prepararne fino a 500 litri in un fine settimana. Presupponendo che con un litro si riempiano sei bicchieri fanno 15 euro al litro per un incasso di 7.500 euro in un week end. Certamente niente male. Ma perché Giuliani si lamenta? Perché per aprire una casetta per la vendita di prodotti gastronomici da metà novembre ai primi di gennaio in piazza Fiera si pagano sui 9.000 euro e se si vuole vendere bevande calde bisogna aggiungere altri mille euro. Ebbene, il commerciante di Mattarello è certo che alcuni suoi colleghi abbiano venduto vin brulè, magari presentandolo con nun nome diverso ma senza modificare di granché la ricetta base, pur non avendone acquistato il diritto e perciò si sente penalizzato. Come prova delle sue affermazioni si è tenuto alcuni scontrini emessi dalla concorrenza.
Trento Fiere conferma l'esistenza di un contenzioso ma l'amministratore unico Claudio Alì non intende entrare nel merito e si limita a dire che la questione è affidata ai legali.