Roma, indagine sulle nomine Raggi: «Nulla da nascondere»
Polizia giudiziaria ieri in Campidoglio per acquisire tutti documenti sulle assunzioni e le nomine della sindaca Virginia Raggi sulle quali ora la Procura indaga.
Un fascicolo senza indagati ed ipotesi di reato nato da due esposti uno di Fratelli d’Italia e l’altro dell’ex capo di Gabinetto Carla Raineri, andata via quasi subito sbattendo la porta assieme all’ex assessore al bilancio Marcello Minenna. «Il Movimento 5 Stelle è sotto attacco - la replica dal blog di Grillo alle notizie sulle perquisizioni in Campidoglio -. Si è trattato di una semplice acquisizione di atti».
L’acquisizione di documenti riguarderebbe le nomine, tra gli altri, di Salvatore Romeo, capo della segreteria politica della sindaca e di Carla Raineri, ex capo di Gabinetto dimessasi a fine agosto. «Perquisizioni? Nulla da nascondere. Messo a disposizione i documenti richiesti in assoluta serenità», dice la sindaca in un tweet commentando l’atto istruttorio dell’inchiesta romana affidata al pm Francesco Dall’Olio e all’aggiunto Paolo Ielo.
Gli sviluppi dell’indagine sulle nomine si inseriscono in un periodo già turbolento in Campidoglio, con l’avviso di garanzia arrivato all’ormai ex assessore Paola Muraro e le sue recenti dimissioni.
Beppe Grillo, fino ad oggi a Roma, sul caso si tiene a distanza: «Muraro? Sono problemi che riguardano il Comune», l’unico commento rilasciato ieri quando la polizia giudiziaria imboccava il portone di Palazzo Senatorio per le carte sulle nomine che, a livello politico, hanno creato nei mesi scorsi forti dissapori tra le varie anime del movimento romano non tutte ben disposte verso il «raggio magico» di Romeo-Marra.
Raffaele Marra, attualmente capo del personale in Comune, e la nomina di suo fratello Renato alla guida della direzione turismo, sono invece sotto il faro dell’Anac. E tra ieri e oggi uomini dell’Anticorruzione hanno acquisito in Campidoglio atti relativi ad un appalto del XV Municipio, nell’ambito dei lavori per il Giubileo, i cui costi sarebbero lievitati dai 280mila euro iniziali a 717mila euro. Le prime verifiche sull’appalto da parte dell’Anac risalgono a dicembre 2015.
Le opposizioni continuano ad attaccare a testa bassa l’amministrazione a Cinque Stelle chiedendo chiarimenti in Aula.
«Il sindaco deve riferire sulla situazione di Ama - tuona la capogruppo dem Michela Di Biase - Se non lo farà ci rivolgeremo al prefetto». «Raggi scappa dopo aver voluto tenere e difendere la Muraro - affonda la presidente di FdI Giorgia Meloni -. E non mi stupisce che Grillo dica “il caso Muraro è una questione di Roma” come se non fosse più una questione del M5S».
Virginia Raggi, da parte sua, tiene il punto e ribadisce: «Non sono entrata nel merito dell’avviso di garanzia a Paola Muraro, quando lei ha presentato le dimissioni io le ho accolte.
Sarà la magistratura a chiarire se ci sono profili d’illegittimità o meno. L’avviso di garanzia come l’invito a comparire è un atto dovuto quindi ritengo che la posizione della Muraro sarà chiarita dalla magistratura e non voglio fargli un processo in questa sede».
Questa la rassicurazione: «Le deleghe all’ambiente le ho assunte io e l’azione di risanamento su Ama proseguirà. C’è un amministratore unico (Antonella Giglio, ndr) e un direttore generale (Stefano Bina, ndr) che cesserà le sue funzioni il 31 dicembre. E c’è già un bando per reperire un nuovo dg». Insomma, dopo i rumors sulle imminenti dimissioni di Bina, una cosa sembra certa: da gennaio non sarà più lui il dg.
Poi uno sfogo sull’inchiesta nomine e una stoccata all’ex capo di gabinetto Raineri: «Questa vicenda sta assumendo dei contorni ridicoli - afferma la sindaca -. C’è la magistratura che lavorerà a fronte di un esposto denuncia. C’è massima trasparenza. Simpatico che tutto questo sia stato fatto dall’ex capo di gabinetto (Carla Romana Raineri, ndr) che di fatto è stata nominata con una procedura che io ritenevo illegittima».