Trento, boom di vendite per gli spray urticanti Allarme sicurezza, molti vorrebbero un'arma
Commercianti, ma anche semplici cittadini: il senso di insicurezza si è diffuso in questi anni in maniera uniforme, crescendo a dismisura rispetto al passato: ed è boom nelle vendite di spray urticanti, di interessamenti per l’acquisto di armi e, soprattutto, per la pratica sportiva del tiro a volo. Che, seppur pensato per la pratica nei poligoni, permette tout court di poter detenere un’arma, autorizzando l’acquisto e il trasporto di armi e munizionamento comuni.
A confermare un’impressione evidente ormai per tutti, sono le «rilevazioni» che quotidianamente possono fare gli addetti ai lavori in un settore specifico come quello del commercio di armi e articoli per la difesa personale.
In provincia, sono circa 13mila i residenti in possesso di porto d’armi: dal 2007 in avanti sono state 6mila quelli rilasciati ex novo o rinnovati per la pratica venatoria mentre 3mila sono stati quelli per la pratica sportiva. Un numero, quest’ultimo, in netta crescita soprattutto se paragonato a quello relativo alle licenze per il cosiddetto «porto di pistola», rilasciate per la difesa personale: sono 150 circa.
«La gente ha sempre più paura e si muove di conseguenza per cautelarsi - spiega Carmen Pavanelli, dell’Armeria del Centro - lo vediamo anche noi quotidianamente. Se fino a qualche anno fa, all’inizio della loro commercializzazione, di spray al peperonicino o comunque per l’autodifesa, ne vendevamo dieci all’anno, adesso ne vendiamo tra i due ed i cinque al giorno. E sono più le giornate in cui sono cinque, di quelle in cui sono due».
Dalla storica rivendita del centro storico del capoluogo, arrivano poi altre indicazioni che permettono di tracciare un quadro dell’attuale situazione per quel che riguarda la percezione del senso di insicurezza: «Sono tante le persone che si rivolgono a noi anche solo per avere un aiuto nel comprendere quali possano essere gli strumenti più adatti a tutelare la propria famiglia, la propria abitazione, la propria persona. Attraverso le armi e non solo».
A spingere la crescita delle richieste di licenza per le armi per uso sportivo è stata poi anche la variazione del quadro normativo, ora più rigido per quel che riguarda tanto le armi ad uso venatorio che quelle per la difesa personale, legate tra l’altro ad un certificato medico che deve essere rinnovato ogni anno (per le armi per la difesa personale) e sei anni per quelle ad uso venatorio. Anche dal punto di vista economico tutto fa sì che la scelta ricada sulle armi ad uso sportivo, che non richiedono il pagamento di una imposta annuale al pari di armi per altri usi.
«Sono tantissime soprattutto le donne, ad informarsi sulle modalità di poter ottenere la licenza e a dotarsi di un’arma per uso sportivo. Anche ex cacciatori che passano dall’arma per uso venatorio alla pratica al poligono sono sempre più frequenti. E poi tanti anziani: non si rivolgono a noi tanto per l’acquisto di armi, quanto per gli spray. Sono un numero sempre crescente, segno che soprattutto nella loro fascia d’età la paura è concreta».