Battaglia sull'Ici per le scuole paritarie

di Angelo Conte

Le scuole paritarie di Trento sono sotto scacco tributario. A seguito di una sentenza della Cassazione che ha consentito al Comune a chiedere il pagamento dell’Ici (e poi dell’Imu) dal 2011 in poi anche sugli edifici utilizzati per l’insegnamento prima esenti, in queste settimane sono partite le richieste di versamento da decine di migliaia di euro per ciascun anno e per ciascuna delle scuole interessate. Coinvolti sono 3.000 studenti circa in una decina di organizzazioni.

Ma gli istituti, almeno quelle cattoliche, hanno deciso di resistere di fronte alla Commissione tributaria di primo grado. E in base a come andrà la battaglia legale si saprà se le scuole dovranno pagare o meno cifre che a livello trentino sono stimate nell’ordine di un milione di euro considerando sia il numero di strutture coinvolte sia il numero degli anni per i quali si dovrà pagare l’Ici o l’Imu.

Una delle conseguenze, spiegano dalle scuole paritarie, se le Commissioni tributarie di primo e secondo grado e l’eventuale terzo grado in Cassazione dovessero confermare il pagamento, potrebbe toccare i dipendenti (con una riduzione del numero per far fronte alla spesa) oppure le rette da far pagare alle famiglie, anche se in realtà tale opzione viene considerata remota e come extrema ratio. Anche perché, già oggi, sempre secondo le scuole paritarie, non sono poche le famiglie che chiedono rateizzazioni per il pagamento della retta.

COMUNI SPINTI DALLA CORTE DEI CONTI

Dal Comune di Trento a seguito della sentenza di Cassazione che spiega come occorra chiedere l’Ici e l’Imu per gli edifici di proprietà di scuole paritarie (private ma in grado di assegnare diplomi e titoli equiparati a quelle pubbliche) anche se in capo a enti religiosi se viene chiesta una retta anche se la gestione risulti in perdita (vedi articolo qui a lato). Da questa sentenza e per evitare i rischi di un richiamo o, peggio, di una condanna della Corte dei conti, i Comuni interessati sono chiamati a inviare gli accertamenti tributari alle scuole paritarie interessate a partire dall’anno di imposta 2011 relativo all’Ici. Altrimenti i Comuni corrono il rischio di non poter più incassare il dovuto per la decadenza dell’azione tributaria.

DALL’ARCIVESCOVILE AL SACRO CUORE

Tra i primi a muoversi in provincia nei mesi scorsi è stato il Comune di Trento che ha inviato la richiesta di pagamenti per l’Ici del 2011 a tutte le scuole paritarie che ricadono nella fattispecie indicata dalla sentenza della Cassazione. Dai Salesiani di Maria Ausiliatrice all’Istituto Sacro Cuore, dall’ex Maria Bambina all’Arcivescovile (97.600 euro la cartella solo per il 2011), alla Sacra Famiglia, il Comune ha inviato a tutte le scuole una richiesta di versamento dell’Ici 2011. In municipio parlano di un atto dovuto in attesa di capire come si orienterà definitivamente la giurisprudenza tributaria che, sulla materia, non ha ancora una linea univoca.

I RICORSI AL GIUDICE TRIBUTARIO

Nell’ultima seduta di giunta, il Comune di Trento ha ricevuto la notizia del ricorso in Commissione tributaria da parte di due degli istituti interessati dalla richiesta di pagare l’Ici per il 2011. In particolare, dall’Istituto Salesiano Maria Ausiliatrice, difeso dall’avvocato Daniele Giacalone del Foro di Palermo, è arrivato il ricorso contro l’avviso di accertamento del Servizio Tributi del Comune di Trento con il quale è stata accertata in rettifica, per l’anno 2011, una maggiore Ici pari a 20.362,00 euro. Altro ricorso è quello presentato dall’Istituto Sacro Cuore cui il Comune solo per il 2011 ha inviato un conto di 38.411 euro. Se tali cifre venissero moltiplicate per gli anni a seguire fino al 2016 si arriverebbero a versare 300.000 euro solo per le due scuole considerate.

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