Dieci trentini in questura per 8 ore: salta il corteo
«Accompagnati in questura per accertamenti di polizia giudiziaria». Questa la frase riportata sul verbale e consegnata a circa 150 attivisti dei centri sociali del nord est e del Piemonte, fermati per ben otto ore tra il casello autostradale di Roma Nord e la questura di Tor Cervara. Dei controlli durati particolarmente a lungo, in perfetta coincidenza temporale con la manifestazione prevista in centro: morale, alla fine tutti rilasciati (a sei sono stati notificati dei fogli di via dalla capitale) ma corteo, ovviamente, saltato. E, quindi, «saltato» anche il diritto di manifestare. Nelle lunga giornata trascorsa nel piazzale della questura coinvolti anche dieci trentini, tutti legati al Centro Sociale Bruno. «Siamo partiti con il pullman da Vicenza - racconta Filippo Rigotti - insieme ad altri esponenti dei centri sociali del nord est. Alle 12 siamo arrivati al casello di Roma Nord e siamo stati fermati da polizia e guardia di finanza. Sul posto c’era un altro pullman, proveniente da Padova, poi ne è arrivato un altro da Torino».
Le forze dell’ordine perquisiscono i mezzi e i manifestanti, controllano i documenti, identificano e aprono gli zaini. L’operazione dura circa un’ora. Tutto abbastanza normale viste anche le imposizioni sulla sicurezza del neo ministro Minniti. Quando i controlli sembrano finiti, la doccia fredda.
«A quel punto ci hanno detto che avrebbero scortato i mezzi fino alla questura. Non ci hanno detto i motivi, semplicemente hanno preso alcune felpe e giacche con il cappuccio. Nelle perquisizioni non hanno trovato nulla di irregolare se non, sul pullman piemontese, una maschera di Hulk e un coltellino che i ragazzi avevano usato per tagliare formaggio e salame».
Poco dopo le 13 i 150 manifestanti arrivano a Tor Cervara, per un lunghissimo pomeriggio di attesa. «Ci hanno chiesto i documenti tre volte e abbiamo aspettato, fermi nel parcheggio». Arriva l’europarlamentare Eleonora Forenza, che chiede spiegazioni, ma nulla cambia. Fino alle 20: a manifestazione terminata da poco arriva il permesso a lasciare il parcheggio. «Dopo 8 ore totali, 7 in questura e 1 al casello autostradale, ci hanno scortati fino all’autostrada e fatti tornare indietro. I motivi del fermo, come scritto nel verbale, erano accertamenti. Il diritto di manifestare e la libertà di prendere parte al corteo ci sono stati negati».
Mentre i 150 sono in viaggio verso nord, ecco il comunicato di Globalproject.info: «Dei 150 fermati, a cinque sono stati notificati fogli di via da Roma di 3 anni, a uno di 12 mesi: si contesta il possesso di alcuni giubbetti, magliette e un fumogeno. Una misura non solo spropositata, ma assurda nel merito e nel metodo. Per libertà e diritti è stata una giornata nera per il nostro Paese».