Università di Trento: in arrivo la laurea in meteorologia
Il rettore Paolo Collini è prudente. Si tratta, dal suo punto di vista, di evitare anticipazioni che possano compromettere il percorso di approvazione del Piano strategico dell'Università di Trento, elaborato in lunghi mesi di lavoro e confronto con i diversi dipartimenti.
«Non dire gatto prima di averlo nel sacco» dice il rettore alla vigilia della presentazione, domani pomeriggio, della bozza di Piano 2017-'21 al consiglio di amministrazione, dopo l'ulteriore passaggio in Senato accademico, l'organo di governo scientifico e didattico dell'Ateneo. Non sarà la seduta definitiva: «Le idee e i progetti stanno subendo l'ultimo vaglio, conto di arrivare all'approvazione del Piano strategico a fine settembre o ad inizio ottobre» anticipa Collini.
Meteorologia e Scienza dei dati.
Tra i progetti, ci sono anche un nuovo corso di laurea in Meteorologia: «È già deciso, ma rientrerà nel Piano strategico» spiega il rettore. A Trento partirà la prima laurea magistrale in Meteorologia, la prima in Italia, all'interno del Dipartimento di ingegneria civile, ambientale e meccanica, in stretta relazione con Fisica dell'atmosfera. Verrà organizzata in collaborazione con l'Università di Innsbruck. Ma tra le novità di rilievo c'è anche il progetto di corso di laurea magistrale in Scienza dei dati. E se c'è un progetto che più di tutti esprime la «filosofia» del nuovo Piano strategico - orientato alla multidisciplinarietà e alla collaborazione tra i dipartimenti e tra questi e i centri di ricerca esterni - è proprio quello del percorso in Data Science . La ragione del nuovo corso di studi (in inglese, riservato a 65 studenti) sta nel riconoscimento dell'enorme peso che hanno i Big Data e la digitalizzazione delle informazioni in ogni ambito: economico-aziendale, ambientale, medico-clinico e sociale. La nuova figura professionale, lo scienziato dei dati ( data scientist ) sarà sempre più importante. Una figura da definire, insieme analista di dati, stratega del business e «analista» dei dati. «Da tempo ne parliamo in Ateneo» dice il rettore «ora, ipotizziamo di creare un percorso formativo specifico. Si tratta di avere un analista che non solo sa maneggiare dati e algoritmi, ma anche che sia anche in grado di interpretarli e capirne il contenuto».
Ecco perché sono coinvolte diverse discipline e interessati più dipartimenti e centri di ricerca: il CIMeC (Centro interdipartimentale mente e cervello), i dipartimenti di Ingegneria e Scienza dell'informazione, Giurisprudenza, Matematica, Sociologia e ricerca sociale, Psicologia e scienze cognitive, Fbk (Fondazione Bruno Kessler). Ogni dipartimento, a fine maggio, ha già assunto le delibere di adesione alla laurea magistrale in Data Science .
Le risorse in gioco.
Le azioni e i progetti del Piano strategico, che prende in considerazione le quattro aree tematiche indicate dal documento di visione (didattica, ricerca, contributo allo sviluppo locale e «politiche per il talento»), sono state raccolte in una short list , frutto del lavoro di scrematura fatto dal Senato accademico alla cinquantina di progetti presentati dai dipartimenti. Per il Piano strategico, in gioco ci sono circa sei milioni di euro. «Sì, l'ordine di grandezza è quello, anche se la parola definitiva spetta al cda» conferma Collini «il Piano, per statuto, ha valenza triennale. Ma si proietta, nel suo sviluppo, su cinque anni. E nella programmazione triennale della Provincia, che veicola i contributi dello Stato e risorse proprie per l'Università, non c'è alcuna previsione di crescita delle risorse. Siamo costretti a fare tutto a risorse costanti, anzi calanti rispetto a qualche anno fa. Anche per questo siamo chiamati a valorizzare ciò che già ci sa fa, facendo molte cose nuove, rompendo gli steccati tra dipartimenti».