Province al collasso dopo la riforma: arriva lo sciopero
I dipendenti delle Province e delle Città metropolitane sono pronti a incrociare le braccia. I sindacati del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil hanno infatti proclamato per il 6 ottobre lo sciopero nazionale per l’intera giornata di tutto il personale.
I sindacati avevano già avviato la mobilitazione, denunciando una «situazione di estrema difficoltà» degli enti e chiedendo «risorse» per «consentire l’erogazione dei servizi fondamentali e tutelare i diritti dei lavoratori».
Nella nota unitaria alle strutture territoriali Cgil, Cisl e Uil spiegano come la protesta si sia resa necessaria «al fine di trovare soluzioni alla situazione di estrema difficoltà che stanno vivendo questi enti».
Il caos nelle Province deriva dall’applicazione della riforma Delrio (che prende il nome dall’allora ministro agli affari regionali e oggi responsbaile delle infrastrutture) che al fine di trasferire più poteri ai Comuni ha depotenziato questo ente territoriale previsto dalla Costituziona, eliminando personale, competenze e finanziamenti, nonché riducendo la rappresentanza politica a pochji esponenti scelti dai consiglieri municipali (sono state cancellate le elezioni dirette).
A «seguito della proclamazione dello stato di agitazione e conseguente richiesta di avvio delle procedure di raffreddamento», ricostruiscono i sindacati, «il giorno 4 agosto si è tenuto, presso il ministero del Lavoro, l’incontro per il tentativo di conciliazione che, purtroppo, ha avuto esito negativo». Ecco che, scrivono, «in coerenza con il percorso condiviso abbiamo proclamato lo sciopero nazionale di Province e Città Metropolitane per il giorno 6 ottobre 2017, intera giornata/turno di lavoro».
Le categorie del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil fanno sapere che «resta confermato l’impegno a programmare assemblee in tutte le Province e Città Metropolitane nella settimana 11-15 settembre, oltre a tutte le iniziative che riterrete opportuno mettere in campo a sostegno della vertenza». Già a luglio i sindacati, sempre in un comunicato unitario, avevano avvertito come in ballo ci fosse anche la tutela dei diritti dei lavoratori, «a partire dal pagamento degli stipendi».
Saranno assicurati i servizi minimi essenziali, precisa il ministero, dipartimento della Funzione pubblica, avvisando che Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl hanno comunicato «la proclamazione dello sciopero nazionale per l’intera giornata o turno di lavoro di tutto il personale delle Provincie e Città metropolitane per il giorno 6 ottobre 2017».
Il ministero sul sito spiega che, «al fine di contemperare l’esercizio del diritto di sciopero con il godimento dei diritti della persona costituzionalmente tutelati», nel corso dello sciopero «saranno assicurati, dalle amministrazioni pubbliche interessate, adeguati livelli di funzionamento dei servizi pubblici essenziali», attraverso «l’erogazione delle prestazioni indispensabili individuate dai contratti collettivi di lavoro».