Stupri di Rimini e telecamere Due marocchini dai carabinieri

Sono due fratelli i ragazzi marocchini che si sono costituiti ai Carabinieri di Pesaro e avrebbero confessato la duplice violenza sessuale di una settimana fa a Miramare in concorso con altri due stranieri. «Siamo stati noi», avrebbero detto i due ragazzi, trasferiti a Rimini per l'interrogatorio in Procura alla presenza del pm che coordina le indagini e di un magistrato del tribunale dei minori di Bologna. La seconda vittima del branco, la prostituta transessuale peruviana, è stata portata in Questura per il riconoscimento. Il terzo componente del gruppo, anche lui pare minorenne, sarebbe un congolese, mentre il capobanda potrebbe essere un nigeriano, forse l'unico maggiorenne.

Potrebbe presentarsi spontaneamente a breve ai Carabinieri anche un terzo giovane del gruppetto ricercato. Nessuno di loro avrebbe precedenti penali.


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I due giovani avrebbero deciso di presentarsi dopo la diffusione delle immagini e a causa della pressione esercitata in questi giorni dalla polizia di Rimini.

Una telecamera di sorveglianza avrebbe infatti ripreso i quattro uomini che avrebbero partecipato allo stupro sull spaiggia del Bagno 130 di Miramare a Rimini. Ieri, un nuovo sopralluogo era stato fatto dalla polizia scientifica, a richiesta della Procura, nel punto dell'aggressione alla prostituta transessuale. L'obiettivo era ritrovare un frammento della bottiglia usata dai quattro stranieri per minacciare la peruviana. Un frammento di quella bottiglia è stato repertato dalla polizia e ora si attendono i risultati scientifici per l'esame delle impronte digitali.

Intanto si moltiplicano le segnalazioni ai centralini da parte di persone che dicono di aver visto i quattro aggirarsi tra Miramare e Riccione nei giorni precedenti e successivi alle aggressioni. Alcune provengono da persone degli ambienti in cui i quattro possono essersi mossi, pusher, kebabari e addetti alla sicurezza.

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