Malaria, Degasperi (M5S) «Nel 2014 morì una neonata»
Non è vero che quello di Sofia è il primo decesso di malaria in Trentino a distanza di tanti anni. Il consigliere 5Stelle Filippo Degasperi ha presentato un'interrogazione portando a conoscenza un caso avvenuto due anni e mezzo fa. «I consiglieri di Mori - scrive Degasperi - ricordano che nel gennaio 2014 una neonata di Mori era stata trasportato al pronto soccorso di Rovereto priva di vita. Il materiale autoptico fu inviato presso il centro Lino Rossi, specializzato nella diagnosi fetale neonatale e in culla, che in brevissimo tempo diagnosticò la morte per malaria.
Si accertò che la neonato aveva compiuto un viaggio nel paese di origine dei genitori. Tutti i familiari furono controllati e il caso risolto senza enfasi giornalistica. È evidente che i vertici aziendali e il direttore sanitario di Rovereto erano a conoscenza del caso e appare incomprensibile come il decesso della bambina di 4 anni sia stato riportato come il primo caso di contagio di malaria in Trentino», afferma Degasperi.
Secondo quanto ricostruito la neonata era stata portata in Pakistan, paese d'origine dei genitori, durante le festività natalizie. Al rientro nella nostra Provincia era avvenuto il decesso che solo in un secondo tempo è stato collegato alla malaria.
Degasperi contesta come è stata gestita la diffusione della notizia.
«Ogni dichiarazione alla stampa e alla comunità doveva darla il dottor Bordon che è rimasto ai margini di un evento luttuoso di cui tutti gli organi di informazione italiani hanno parlato. È inammissibile che la sanità trentina sia priva di struttura complessa di malattie infettive o per chi detesta in modo incomprensibile la parola primario, di una struttura semplice interdipartimentale di malattie infettive autonoma nella gestione delle risorse umane organizzative e del budget per le malattie infettive». Sull'organizzazione Filippi dice che la situazione Trentina con un direttore della struttura complessa di medicina di Trento che è responsabile anche delle strutture semplici di ematologia endocrinologia e malattie infettive è unica in Italia. «Come avviene in tutta Italia, le strutture semplici interdipartimentali devono avere una propria autonomia contrattuale con i vertici aziendali gestionali delle risorse economiche umane organizzative e non dipendere da un direttore che non svolge alcuna attività nel campo diagnostico-assistenziale della struttura semplice interdipartimentale».
Stesso discorso per padiatria dove, per il 5Stelle «è assurdo che la direttrice dell'unità operativa di pediatria dell'ospedale di Trento sia contemporaneamente direttrice delle unità operative di pediatria di Cles e Cavalese e del dipartimento materno infantile. Sono convinto che la ministra Lorenzin rimarrà esterrefatta di questa organizzazione, come quella della medicina, come del comportamento dei vertici della sanità trentina del duo Bordon - Zeni che si sono defilati lasciando al dottor Paternoster il compito ingrato di avere con la stampa e la popolazione il rapporto comunicativo di un evento che non si era svolto nel suo reparto».
Degasperi chiede di sapere se il direttore sanitario in funzione nel gennaio del 2014 aveva fatto una relazione sulla morte della neonata a Rovereto, quali iniziative erano state adottate nei protocolli aziendali in seguito a tale evento e quali sono le motivazioni per le quali il dottor Bordon non ha fatto una conferenza stampa per chiarire gli eventi lasciando il compito ad altri di fare dichiarazioni.