Noemi, uccisa a 16 anni: ragazzo confessa e rischia il linciaggio
"L'ho uccisa con un coltello che Noemi aveva con sé quando è uscita dalla sua abitazione".
È questo un altro particolare che l'omicida reo confesso della sedicenne Noemi Durini avrebbe rivelato agli investigatori durante il lungo interrogatorio che si è concluso nella notte nella stazione dei carabinieri di Specchia (Lecce), interrogatorio avvenuto alla presenza del difensore del ragazzo. 'L'ho ammazzata perché premeva per mettere in atto l'uccisione di tutta la mia famiglia", avrebbe detto agli inquirenti. Il cadavere della sedicenne di Castrignano del Capo è stato trovato ieri, sepolto dalle pietre, a 11 giorni dalla sua scomparsa.
Il ragazzo ha rischiato il linciaggio quando e' uscito dalla sede della stazione carabinieri di Specchia dove è stato ascoltato per molte ore alla presenza del proprio difensore e del procuratore capo del tribunale dei minori Maria Cristina Rizzo. All'uscita il giovane si è reso protagonista di atteggiamenti irriguardosi e di sfida alzando la mano destra in segno di saluto alla gente che gli fischiava contro e lo apostrofava.
Un avviso di garanzia per sequestro di persona e occultamento di cadavere è stato notificato al papà del fidanzato 17enne e assassino reo confesso di Noemi Durini. L'atto è stato notificato all'indagato in occasione della perquisizione in corso nell'abitazione di famiglia a Montesardo, frazione di Alessano.
Tracce di sangue, tra l'altro, sono visibili sul luogo dove è stato ritrovato il cadavere, coperto di sassi. Il corpo, parzialmente occultato sotto alcuni massi, è stato trovato in un pozzo nelle campagne di Castignano del Capo (Lecce). E' stato lo stesso fidanzatino a portare i carabinieri sul luogo.
Qualche settimana fa il fidanzato 17enne e presunto assassino di Noemi era stato denunciato alla Procura per i minorenni dalla mamma della vittima, Imma Rizzo, a causa del suo carattere violento. La donna, che temeva per la sorte della figlia che da un anno frequentava il giovane, chiedeva ai magistrati di intervenire per far cessare il comportamento violento del ragazzo e per allontanarlo dalla figlia. Ne erano nati due procedimenti: uno penale per violenza privata, l'altro, civile, per verificare il contesto familiare in cui vive il giovane e se fossero in atto azioni o provvedimenti per porre fine alla sua indole violenta.
Procedimenti - a quanto è dato sapere - che non hanno portato ad alcun provvedimento cautelare, come il divieto di avvicinarsi alla sedicenne, ma che sono stati attualizzati dalla Procura per i minorenni solo dopo la denuncia di scomparsa di Noemi. L'unica conseguenza che ha prodotto la denuncia della mamma della 16enne è stato un inasprimento dei rapporti tra le famiglie dei due fidanzati.
Noemi Durini era scomparsa da casa il 3 settembre scorso: l'ultima sua immagine è stata catturata da una telecamera di sorveglianza e risale alle 5 del mattino di quel giorno. Si vede una Fiat 500 bianca sulla quale sale e alla cui guida si trova il fidanzato 17enne. Nell'immagine si vede l'utilitaria arrivare e fermarsi in via San Nicola, a Specchia, a poche centinaia di metri da casa della giovane. A bordo ci sono i due fidanzati, con il 17enne al volante della vettura intestata alla madre. Agli inquirenti, per giorni, il 17enne, di Alessano, ha raccontato di aver accompagnato la sedicenne nei pressi del campo sportivo di Alessano e di averla lasciata lì.
Ma la versione del ragazzo, sin dal primo momento, non ha convinto gli investigatori che hanno concentrato l'attenzione sul 17enne, un ragazzo dalla personalità violenta.
E c'è un breve filmato che descrive bene il suo carattere: il 17enne è stato ripreso mentre rompe a colpi di sedia i vetri di una vecchia Nissan Micra parcheggiata per strada ad Alessano. L'auto sarebbe di una persona con la quale il giovane avrebbe avuto un acceso litigio e risalirebbe alla scorsa settimana, pochi giorni dopo la scomparsa di Noemi e poco tempo dopo un alterco avuto con il padre della sedicenne che si era recato ad Alessano per avere informazioni sulla figlia.
I famigliari di Noemi avevano un rapporto conflittuale con il 17enne: non volevano che la sedicenne avesse una relazione con lui. Qualche tempo fa la mamma di Noemi aveva segnalato alla magistratura minorile il ragazzo a causa del suo comportamento violento. Per questo motivo erano sorti accesi contrasti tra le due famiglie.
A far temere il peggio è stato il fatto che Noemi aveva lasciato a casa il cellulare, i documenti e i soldi. Numerosi gli appelli dei famigliari, soprattutto della nonna e della sorella di Noemi, Benedetta, che il 28 settembre deve laurearsi e che proprio ieri aveva detto ai giornalisti di essere ottimista: 'Alla mia laurea - aveva detto - ci sarà anche lei'. Invece ieri la confessione del ragazzo. Il cadavere della sedicenne è stato trovato sotto dei massi, adagiato per terra, in una campagna, a Castrignano del Capo, a 30 chilometri da Specchia, il paese dove viveva la ragazza. A condurre gli investigatori sul posto è stato lo stesso ragazzo che è indagato per omicidio volontario.