Revisioni taroccate, officina sequestrata Inchiesta dela polstrada a Molina di Ledro
Dopo l'intervento di due pattuglie, ancora nella giornata di giovedì scorso, direttamente sul posto per notificare il provvedimento della Procura della Repubblica di Rovereto, era abbastanza difficile che la «notizia» rimanesse coperta e che in valle non se ne parlasse (domani la conferenza stampa con i dettagli).
E così è stato.
La polizia stradale di Trento, su incarico del procuratore capo di Rovereto Aldo Celentano, ha messo i sigilli all'Officina Mazzola di Molina di Ledro nell'ambito di un'inchiesta su presunte revisioni «taroccate» delle quali la storica azienda ledrense sarebbe stata la protagonista principale.
L'officina è stata posta sotto sequestro e al titolare è stato notificata l'iscrizione nel registro degli indagati con contestazioni che si rifanno agli articoli 479 e 483 del codice penale, in buona sostanza «falsità ideologica in atto pubblico». L'inchiesta è partita nei mesi scorsi e gli inquirenti, coordinati dal procuratore Celentano e dal comandante della Polstrada di Trento Giansante Tognarelli, già da luglio tenevano monitorata l'azienda ledrense con l'ausilio anche di riprese video e ambientali che alla fine sono finite a far parte integrante del fascicolo in mano al procuratore capo Celentano.
Giovedì scorso si è arrivati ad un passaggio cruciale: gli agenti della Polizia Stradale si sono presentati all'officina di Molina, hanno notificato il decreto di sequestro e di perquisizione e raccolto materiale soprattutto informatico e amministrativo ritenuto probante ai fini dell'inchiesta.
Secondo le indiscrezioni provenienti dallo stesso palazzo di giustizia roveretano, nell'officina sarebbe stato messo in atto un sistema che consentiva ad alcune autovetture di superare la revisione pur non avendo i requisiti per farlo. I dettagli dell'operazione, come detto, verranno comunque illustrati nel corso di una conferenza stampa in programma domani a Trento.
Il titolare della storica officina ledrense, incensurato e molto conosciuto in tutto l'Alto Garda e Ledro, respinge con fermezza tutte le accuse e ha affidato la propria difesa legale agli avvocati Luigi Campone e Claudia De Scolari Bonatti di Riva del Garda. I quali per il momento, in accordo ovviamente col proprio cliente, preferiscono non rilasciare alcuna dichiarazione in attesa di conoscere con più precisione le esatte contestazioni mosse dalla Procura.