Autonomia trentina offesa e «Mentana Gate» Per il direttore del Tg La7 cachet di 3.500 euro
È di 3.500 euro il compenso pattuito dal Festival delle Resistenze (quindi dalla Provincia) con Enrico Mentana, direttore del Tg La7.
L'entità del cachet, che di solito viene tenuto "top secret", si è saputa ieri.
La cifra è stata resa nota a seguito di una interrogazione della consigliera Manuela Bottamedi. Il presidente della Provincia Ugo Rossi ha risposto: «L’intervento non era stato programmato sul tema dell’autonomia, altrimenti avremmo scelto interlocutori più incisivi e non così superficiali. In ogni caso non penso che l’intervento di Mentana sia negativo (pur non essendo d’accordo nel merito) perché finanziato con le risorse dell’autonomia: non dobbiamo avere paura del confronto, la nostra autonomia è anche la capacità di accettare le critiche, anche quando sono superficiali. Certo un maggiore confronto o la possibilità di contraddittorio sarebbe stata opportuna».
A Mentana sono stati liquidati 3.500 euro per l'intervento, 300 euro per il viaggio e 80 euro per l’hotel.
Il "Mentana Gate" è scoppiato dopo che il noto giornalista - ospite sotto il tendone allestito a fine settembre in piazza Battisti - ha detto la sua sull'autonomia trentina. Parole di crirtica che sono risultate indigeste alla politica trentina.
Ma cosa ha detto il noto giornalista televisivo? «Duole dirlo qui in Trentino, ma le regioni e Province a Statuto speciale non hanno più senso. Ci sono state delle condizioni storiche che hanno determinato queste autonomia: il multilinguismo, le minoranze. Ma dagli anni Settanta, con le regioni elettive, sarebbe ragionevole che l’autonomia l’avessero o tutte o nessuna».
Non sono mancate le reazioni. Fra coloro che meno hanno gradito il Mentana pensierro ricordiamo la linguista Federica Ricci Garotti, l'ex presidente della Provincia Carlo Andreotti e l'autonomista Walter Pruner.
Il governatore Rossi ha fatto sapere di aver preso contatti con la redazione del Tg La7 per parlare con Mentana e per poter quindi poter discutere, davanti alle telecamere, della bontà della nostra autonomia speciale.