Pensione, riceve 49mila euro Truffa all'Inps: è in Marocco

di Flavia Pedrini

Per sei anni, alla fine di ogni mese, ha ricevuto un assegno sociale di circa 580 euro, un aiuto dallo Stato pensato per i cittadini che vivono un momento di difficoltà. Ma mentre il denaro veniva erogato dall’Inps sul conto corrente di un istituto bancario di Trento, il titolare della pensione si trovava tranquillamente in Marocco, nel suo paese d’origine.

È una truffa da quasi 49mila euro quella di cui deve rispondere un 79enne straniero che, secondo l’accusa, dal 2010 al 2016 avrebbe ricevuto l’assegno sociale dichiarando falsamente che la propria dimora effettiva fosse a Trento e non comunicando in seguito di non vivere più né nel luogo indicato né sul territorio italiano. In questo modo il marocchino avrebbe indotto in errore l’Inps, che per sei anni ha continuato a versargli la pensione. Lo straniero, tuttora irreperibile, è finito a processo: l’udienza è fissata per oggi.

A portare alla luce il raggiro è stata una vasta attività di indagine condotta dalle Fiamme gialle trentine, che ha interessato verifiche nei confronti di cittadini stranieri, falsamente residenti in Italia, che però percepivano l’assegno sociale (che dal 1996 ha sostituito la pensione sociale). Si tratta di una prestazione economica, erogata a domanda, in favore dei cittadini che si trovano in condizioni economiche particolarmente disagiate, con redditi non superiori alle soglie previste annualmente dalla legge. Requisito essenziale per poterne beneficiare è la residenza effettiva nel nostro Paese, requisito che si ottiene con una dimora stabile ed abituale in Italia.

Va detto che l’assegno sociale è concesso con carattere di provvisorietà e la verifica del possesso dei requisiti reddituali e di effettiva residenza viene fatta annualmente. Nel caso in cui il beneficiario soggiorni all’estero per un periodo superiore a 30 giorni, scatta la sospensione dell’assegno. Decorso un anno dalla sospensione, la prestazione viene poi revocata.

Tra i soggetti finiti sotto la lente del Gruppo di Trento della Guardia di finanza c’era anche il 79enne ora a processo. L’uomo, che forse era arrivato nel nostro Paese chiedendo il ricongiungimento familiare, una volta qui ha chiesto ed ottenuto di potere beneficiare di questa prestazione, dichiarando di vivere in città.

Ma, secondo quanto hanno accertato le Fiamme gialle, l’uomo risultava irreperibile già dal gennaio 2015: da un controllo effettuato presso l’Ufficio anagrafe del Comune di Trento il 79enne risultava infatti cancellato per mancato rinnovo della dimora abituale. Anche presso la Questura di Trento il rinnovo del permesso di soggiorno non era stato ritirato. Insomma, l’anziano se ne era tornato nel suo Paese, ma continuava ad intascare l’assegno sociale, che veniva regolarmente erogato dall’Inps sul conto corrente che aveva aperto. In sei mesi, secondo quanto ricostruito dalla procura, ha incassato 48.774,44 euro.

Una fortuna, visto il costo della vita in Marocco. La ricchezza per cittadino, infatti, è pari a circa un ventesimo rispetto al Trentino.
L’attività svolta dal Gruppo di Trento di contrasto ai «furbetti» delle prestazioni sociali, ha permesso di chiudere i rubinetti, interrompendo dunque l’erogazione dell’assegno, evitando un ulteriore danno alle casse dell’Inps e, dunque, della collettività.

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