Stella: «Bottamedi è una voltagabbana» Lei: «È nemico della nostra autonomia»

«Gian Antonio Stella, il nemico giurato della nostra Autonomia, dalle colonne del Corriere della Sera spara a zero su di me (per la solita storia trita e ritrita del cambio partiti)».

Con queste parole Manuela Bottamedi, candidata per Forza Italia alle elezioni di marzo, si sfoga su Facebook.

Il noto giornalista del Corriere della Sera - popolare anche per aver firmato con Sergio Rizzo il fortunato libro «La Casta» sui privilegi della classe politica italiana - pochi giorni fa ha criticato la consigliera provinciale trentina, passata da un partito all’altro (eletta con i Cinque Stelle, si è avvicinata al Patt per poi passare al partito di Berlusconi, di cui è esponente di primo piano Giacomo Bezzi).

L'ha criticata con la sua penna puntuta in un articolo dal titolo eloquente: «La voltagabbana ora vuole il Cavaliere». Sintesi: «Il partito di Berlusconi candida in Trentino Manuela Bottamedi, la detentrice del record del “salto della quaglia” di tutto l’arco alpino».


Un “omaggio” che la politica trentina, originaria della Valle dei Laghi, non ha gradito.

«Ma Stella - scrive sulla sua pagina Facebook - sa che oltre ad aver cambiato partiti (l’aven capida tuti, ma sono troppo libera per stare con chi mi delude) ho fatto migliaia di altre cose?? Ho fatto approvare la mia legge sulla doppia preferenza di genere e la composizione paritaria delle liste elettorali, ho fatto passare decine di miei emendamenti e una quarantina tra mie mozioni e miei ordini del giorno, ho cresciuto due figli meravigliosi, ho insegnato a leggere e a scrivere a un centinaio di bambini, ho lasciato un bel ricordo di me e della scuola a migliaia di studenti».



Ma cosa ha scritto Stella per far andare su tutte le furie Manuela Bottamedi?

«Si chiama Manuela Bottamedi - scrive la firma del Corrierone - È stata scelta da Michaela Biancofiore e la sua canzone del cuore, come dimostrano via via le dichiarazioni passionali ai giornali e su Facebook, è: “Quando m’innamoro / io do tutto il bene / a chi è innamorato di me!” Solo che Gigliola Cinquetti proseguiva dichiarando fedeltà assoluta (“e non c’è nessuno / che mi può cambiare / che mi può staccare da lui”) e lei invece, politicamente, vola come un’ape di pistillo in pistillo».

Bottamedi non ci sta e dice: «Ma certo è più facile mettersi su un piedistallo e sputare sentenze, piuttosto che cercare di conoscere, capire, costruire. È più facile vivere di finanziamento pubblico ai giornali e fare i parassiti, piuttosto che essere persone veramente libere».

Vedremo se il “graffio” di Stella ferirà la nostra o se sarà tutta pubblicità gratuita. «Di tutte le sue stagioni - scrive l’autore de La Casta - però resta immortale quella coi grembiulini da vivandiera tirolese. Piena di fuoco patrio, pareva amare l’Heimat quanto Eva Klotz. Invocava l’autodeterminazione al fianco degli Schützen, esultava per i trionfi dei fanatici nazionalisti austriaci di Strache per “uscire da questa Italia di pagliacci”, onorava commossa l’eroe (tirolese) Andreas Hofer, inveiva contro Trento che voleva “beatificare il traditore” Cesare Battisti, contestava “la propaganda filo-italiana”, tuonava che “L’Italia non esiste e mai esisterà”, postava foto di sommozzatori col cartello “Trento non è Italia”. Proprio la patriota giusta, per Forza Italia…»

 

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