Beccato un altro «furbetto» della legge 104 In campagna anziché ad assistere la madre

Un dipendente cinquantenne della Elcograf (ex Mondadori) di Cles è stato sospeso per 7 mesi del lavoro per aver abusato dei permessi previsti della legge 104. L’uomo - stando a quanto contestato dall’azienda - anziché assistere l’anziana madre per la quale aveva chiesto di poter rimanere a casa per i tre giorni al mese previsti dalla normativa - andava in campagna.

Le prove sono state raccolte dall’azienda per la quale lavorava da anni grazie ad un investigatore privato che ha seguito il dipendente per mesi durante le giornate di permesso.

Evidentemente qualche sospetto il datore di lavoro lo aveva. All’uomo erano state in precedenza anche effettuate delle contestazioni sull’utilizzo non proprio cristallino dei permessi. Poi, nelle scorse settimane, la batosta. L’uomo è stato sospeso prima per un mese, poi, lunedì scorso, è stato convocato nella sede di Verona insieme a un rappresentante sindacale.

Contro di lui le immagini e i filmati dell’investigatore che lo riprendevano in campagna nelle giornate in cui lui era a casa retribuito per assistere la madre. Sette mesi in totale la sanzione comminata. Poteva andargli anche peggio considerato che l’abuso dei permessi da legge 104 può portare alla sospensione dal servizio ma, nei casi più gravi, anche al licenziamento.

Ma quando si configura l’abuso? Quando un datore di lavoro può contestare al dipendente un utilizzo non conforme alla normativa dei permessi? L’abuso dei permessi retribuiti per l’assistenza di un familiare disabile - secondo la giurisprudenza - si concretizza quando, durante le ore di assenza da lavoro, si svolgono mansioni diverse a quelle necessarie per l’assistenza del disabile. Ciò non vuol dire che il lavoratore debba rimanere a casa o che i permessi legge 104 siano fruibili soltanto per scopi strettamente legati a cure mediche ma che, nel caso in cui le ore di permesso retribuite siano utilizzati per motivi totalmente estranei all’assistenza del familiare disabile, si tratterebbe di una vera e propria frode. Quindi no a viaggi durante le ore di permesso o, come in questo caso, niente giornate in campagna quando invece si dovrebbe assistere l’anziana mamma.

Alla Elcograf di Cles i dipendente sono 150 e 15 hanno chiesto di poter utilizzare le giornate di assistenza previste dalla legge 104. Il direttore Domenico Fasoli non vuole entrare nel merito della vicenda o fornire particolari ma si limita a dire: «La legge 104 è una legge giusta, un’opportunità importante per chi ha un familiare con una grave disabilità, ma è fondamentale che venga utilizzata in modo corretto altrimenti l’abuso va a discapito di tutti». Quanto all’utilizzo dell’investigatore privato il direttore conferma la sua collaborazione. È stata la stessa Cassazione, in diverse sentenze, a dare il via libera a questo modus operandi in quanto si ritiene che l’indagine investigativa venga condotta a tutela del patrimonio aziendale.

Una materia, questa dell’utilizzo della legge 104, regolata molto dalle sentenze e dalla giurisprudenza come conferma Marco Colombo, direttore del Patronato Inca Cgil. «La normativa prevede che, visto che l’assenza è giustificata dalla malattia del parente, il tempo debba essere utilizzarlo per il parente stesso. Non c’è regola che stabilisce il numero delle ore e nemmeno le modalità della cura». Nonostante i contorni della materia non siano dettagliatamente disciplinati Colombo spiega che le contestazioni sono comunque relativamente poche mentre invece sono in aumento le richieste di poter godere dei benefici della legge 104. «Questo perché la popolazione invecchia, le persone rimangono al lavoro più a lungo e hanno bisogno di ritagliarsi del tempo per accudire i familiari disabili».

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