Operata all'occhio a Villa Igea Novantenne perde la vista
Decidere di sottoporsi ad un intervento chirurgico, anche di routine e in regime di day hospital come la cataratta, non è cosa da poco per una paziente di novant’anni.
Se a questo si aggiunge il fatto che dopo l’intervento la signora, autosufficiente, ha avuto un crollo della vista e ora deve vivere con l’aiuto di una badante, è comprensibile la delusione della paziente che ha deciso di avviare un’azione legale contro l’Azienda sanitaria per essere risarcita dei danni patiti. Visione offuscata, colori percepiti sbiaditi, difficoltà a vedere di notte erano i problemi che l’anziana signora aveva spiegato di avere all’oculista. Cataratta, era stata la diagnosi e l’intervento, effettuato a Villa Igea, avrebbe dovuto risolvere il problema. La rimozione del cristallino opaco sostituito da una lente artificiale avrebbe dovuto portare ad un miglioramento significativo della vista dell’anziana. Invece così non è stato. «Colpa di un’altra patologia, la maculopatia», ha spiegato il perito di parte incaricato dagli avvocati Silvia Widmann e Franco Nardelli del foro di Trento di analizzare il caso.
Secondo gli esperti sarebbe sempre bene rimandare la chirurgia che comunque comporta uno stress per l’occhio quando la regione maculare è già compromessa.
Infatti il decorso post operatorio per la donna non è stato affatto una passeggiata. All’inizio la novantenne sperava che il ritorno della vista fosse solo una questione di tempo, ma passati i giorni si è resa conto che l’intervento non solo non aveva migliorato le cose, ma le aveva addirittura peggiorate. Se prima riusciva a spostarsi autonomamente e a vivere da sola, dopo l’intervento ha dovuto chiedere aiuto ad una badante. Troppo per una signora che aveva sempre potuto contare sulle proprie forze e che ritiene che il suo calo di autonomia non sia legato solo all’avanzare dell’età, ma a malpractice sanitaria. Così la donna si è rivolta ad un legale affinché vengano accertate eventuali responsabilità e dunque venga risarcito il danno patito.
Gli avvocati della donna hanno fatto istanza al Tribunale di Trento per la nomina di un consulente per l’accertamento tecnico preventivo. Inizialmente l’Azienda aveva conferito l’incarico di rappresentanza e difesa ad un avvocato interno, l’avvocato Marco Pisoni, ma a causa di un periodo di assenza, vista l’imminente scadenza per la costituzione in giudizio, l’Azienda ha deciso di affidare il lavoro all’avvocato Franco Larentis.
Ora si attende l’esito dell’accertamento tecnico per capire se effettivamente il calo della vista è stato causato da una errata o superficiale valutazione delle patologie oculistiche della donna oppure se è stato fatto tutto quello che si poteva e il calo è invece diretta conseguenza dell’età.
Va detto che ogni anno sono moltissimi i pazienti che si sottopongono all’intervento per la cataratta. Secondo gli studi dopo l’intervento chirurgico le probabilità di ottenere un miglioramento della vista sono eccellenti (superiori al 97%). La presenza di altre malattie oculari può, però, compromettere il risultato.