Tento Rise: «sesto atto» per falso e abuso d’ufficio
Un nuovo procedimento penale del filone Trento Rise è nato dall’appalto sul turismo in favore di Deloitte Consulting. Siamo ad una sorta di «sesto atto», ma questa volta a ruoli invertiti: la parte lesa è l’ex presidente del consorzio, ora in liquidazione, Fausto Giunchiglia; mentre imputata è l’ex funzionaria dell’Ufficio legale di Trento Rise Anna Paola a Beccara. La pubblica accusa in questo caso non è sostenuta, come in tutti gli altri procedimenti, dal pm Paquale Profiti, ma dal sostituto procuratore generale Giuseppe de Benedetto. L’udienza preliminare si terrà a giugno davanti al gup Claudia Miori.
Per capire la genesi, tormentata, di questo nuovo fascicolo occorre fare un passo indietro. La vicenda parte da un esposto dello stesso Giunchiglia. Questi aveva reagito dopo aver letto tra gli atti di indagine la deposizione di a Beccara (testimone nel fascicolo sull’appalto turismo, imputata condannata in primo grado nel fascicolo sulle consulenze legali) che tirava in ballo l’ex presidente di Trento Rise accusato di aver firmato la proroga, retrodatata, di un contratto affidato a Deloitte per prestazioni nel settore del turismo. Giunchiglia (a sua volta imputato nel processo sull’appalto turismo riunito al Pcp modelli) non disconosceva la firma (non riconosceva però la sigla sulla prima pagina), ma sosteneva che le modalità di sottoscrizione, come dimostrerebbero le email agli atti, erano molto diverse da quelle riferite al pm dalla testimone.
La procura però aveva chiesto l’archiviazione del procedimento nato dall’esposto di Giunchiglia che ha risposto facendo opposizione. La vicenda sembrava dunque concludersi senza uno sbocco giudiziario. A ridare nuova vita al procedimento penale è stata la Procura generale che, oltre un anno fa, avocò a sé il fascicolo.
Nei giorni scorsi il pg Giuseppe de Benedetto ha depositato la richiesta di rinvio a giudizio a carico di Anna Paola a Beccara difesa dall’avvocato Giorgio Fassino. Tre sono le imputazioni contestate. False informazioni al pm per aver detto, tra l’altro, che Giunchiglia era sicuramente al corrente del contenuto dell’atto, e che il documento era stato sottoscritto in sua presenza (mentre dalle mail sembrerebbe che quel giorno i due non si siano mai incontrati). L’ex dipendente di Trento Rise deve rispondere anche di falso per la retrodatazione dell’atto di proroga del contratto in favore di Trento Rise (valore 176 mila euro) che era scaduto il 31 marzo 2013. Contratto che sarebbe stato tenuto «in vita» grazie ad una proroga che risultava sottoscritta il 25 marzo 2013, ma che in realtà sarebbe stata predisposta e firmata intorno al 25 ottobre 2013.
In questo modo Trento Rise poté affidare a Deloitte un ulteriore incarico del valore di 35.600 euro. Secondo la Procura generale l’omessa indizione di una gara ad evidenza pubblica e il vantaggio ingiusto in favore di Deloitte configurerebbero anche il reato di abuso d’ufficio. Naturalmente si tratta di accuse ancora tutte da dimostrare. Per Giunchiglia, difeso dall’avvocato Maria Cristina Osele, questo nuovo fascicolo è un’indiretta iniezione di fiducia in vista del suo processo visto che rafforza la credibilità dell’ex presidente di Trento Rise, che ha sempre sostenuto di essere stato vittima dei maneggi commessi da altri e non correo.