«Da sei mesi aspetto la pensione» La protesta di una donna trentina
Oltre 40 anni di lavoro e da novembre la meritata pensione. Ma già a settembre la signora P.P. di Trento, per evitare ritardi o intoppi, aveva presentato tutta la documentazione per poter poi ricevere in tempi rapidi l’erogazione della pensione.
Invece, a distanza di sei mesi (otto dalla domanda) sta ancora aspettando. Comprensibile che il suo umore sia nero e che se la prenda con Inps accusando l’ente di inefficienza. «Mi chiedo come possano pensare che una persona riesca a rimanere così tanti mesi senza stipendio. Se uno non ha qualche risparmio da parte rischia di finire su una strada», dice seccata la donna che da settimane cerca di avere una risposta alla sua domanda di pensione. Ora finalmente la situazione sembra sbloccarsi.
«Nel giro di una settimana la pratica della signora dovrebbe essere chiusa - assicura il direttore dell’Inps Stefano Zabotto - e man mano saranno chiuse anche le altre pratiche rallentate. Il problema riguarda una cinquantina di pratiche inerenti le pensioni in regime di cumulo».
Ritardo che si è verificato non solo Trento, ma coinvolte soprattutto i professionisti che hanno versato nell’arco della loro vita lavorativa contributi a diversi enti o diverse gestioni o ancora a diverse casse previdenziali. La signora P., ad esempio, aveva avuto due periodi contributivi.
«Si tratta comunque di casi limite - assicura il direttore - che ci portiamo dietro dal 2017 ma che speriamo di risolvere a breve. La maggior parte delle pensioni vengono liquidate entro 90 giorni». I dati trentini parlano di 6 mila domande all’anno per il privato e 3 mila per il pubblico. Il 90% di queste, come detto, viene liquidata entro il mese e il resto entro 120 giorni. Una minima parte, tra queste le 50 con cumulo, devono aspettare molto di più.
Visto il ritardo nell’erogazione la signora P. ha dovuto recarsi più volte negli uffici Inps ed evidenza le lunghe code che gli utenti che si rivolgono allo sportello devono fare. «Mi è capitato di avere anche 50 persona davanti a me», dice. Ma anche su questo il direttore Zambotto assicura che le cose sono destinate a migliorare. «Da noi, come nel resto d’Italia, c’è carenza di personale ma stiamo cercando di ovviare al problema con una migliore organizzazione e fissando appuntamenti per le pratiche più lunghe. Inoltre a luglio dovrebbe essere introdotto un nuovo sistema di gestione che dovrebbe venire incontro alle esigenze del pubblico».