Inflazione, Trento e Bolzano restano tra le top per aumenti
«Ottima notizia, anche se i prezzi del carrello della spesa registrano comunque un’impennata da -0,6% di febbraio a +0,4% di marzo, si tratta comunque di un notevole ridimensionamento rispetto alla stima preliminare».
Così Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, commentando i dati finali dell’Istat sui prezzi.
«Se l’inflazione a +0,8%, per una coppia con due figli, significa avere una maggior spesa annua complessiva di 313 euro, 125 se ne vanno per i beni ad alta frequenza di acquisto e 31 per il solo carrello della spesa, ossia per gli acquisti di tutti i giorni. Mentre per la coppia con un figlio, la tipologia di nucleo familiare ora più diffusa in Italia, la stangata è di 288 euro su base annua, 115 per i beni acquistati più frequentemente e 28 sono destinati alle compere di tutti i giorni», conclude Dona.
In base ai dati relativi all’inflazione dei capoluoghi di regione e delle regioni diramati dall’Istat, l’Unc ha stilato il podio delle città più care d’Italia e la classifica delle regioni più costose.
Tra i capoluoghi più cari, in termini di maggior spesa, si conferma Bolzano, con il picco dell’inflazione, 1,7%, equivalente, per una famiglia da 4 componenti, ad una spesa supplementare su base annua di 951 euro (724 per la famiglia tipo Istat da 2,4 componenti), contro una media per l’Italia di 309 euro.
Al secondo posto Genova, dove il rialzo dei prezzi dell’1,3% determina un aumento del costo della vita, per una famiglia di 4 persone, pari a 582 euro (416 per la famiglia media Istat) e, terza, Trento, dove l’inflazione dell’1% comporta un aggravio annuo di spesa di 510 euro (315 per la famiglia tipo).
Trentino, Liguria ed Emilia Romagna sono invece le regioni più care con una maggior spesa, rispettivamente, di 757 euro, 483 e 435 euro.