Lorenz: «Contrapposizione sana, ora lavoriamo tutti per Mutua»
«Non posso che sentirmi orgoglioso della fiducia che mi è stata accordata dall’assemblea, che ha riconosciuto il lavoro fatto in questi mesi per tornare ai valori fondanti la nostra Mutua - dichiara Fabrizio Lorenz dopo la conferma al vertice di Itas - Questo è per me allo stesso tempo un onore e un onere: nostra è la responsabilità di consolidare la fiducia di tutti i soci assicurati ma anche quella di affrontare un progetto di crescita importante che sappia tener conto delle nostre radici storiche e dei nostri valori. La squadra nominata lavorerà concretamente per consentire a Itas di raggiungere nuovi importanti traguardi».
Presidente, come è andata l’assemblea?
«Mi ha fatto piacere che l’assemblea sia stata ordinata. La contrapposizione tra due liste, invece di far emergere aspetti negativi, è stata una contrapposizione sana, normali dinamiche di una grande società. Non ci sono buoni e cattivi, ora comincia un lavoro comune. Il mio personalissimo impegno è quello di riannodare il filo spezzato e di raccogliere l’eredità di Edo Benedetti. A questo voglio rifarmi per portare l’Itas nella pienezza del suo ruolo».
Nel nuovo consiglio di amministrazione ci saranno due consiglieri espressi dalla lista Girardi, Maria Teresa Bernelli e Paolo Vagnone. Come intende impostare il lavoro del cda?
«I due consiglieri daranno sicuramente il loro apporto importante e serio. La lista 2 non era l’espressione di un diverso gruppo di interessi, di una minoranza o di una quota di capitale. È l’espressione di un modo diverso di intendere la mutualità. I consiglieri svolgeranno appieno il loro lavoro pur non avendo spirito mutualistico. Ma glielo trasmetteremo».
Il bilancio 2017 è stato appesantito dai danni all’agricoltura e sostenuto dalla gestione finanziaria. Ma come intendete riprendere il sentiero di crescita di Itas?
«Abbiamo approvato un piano industriale triennale che prevede una crescita del 4% annuo, superiore a quella media del mercato. Sarà però una crescita con equilibrio tecnico. La parola d’ordine è disciplina sulla redditività. Spingeremo sui prodotti del ramo Vita ma con grande attenzione alla solvibilità».
Itas Vita in effetti è un po’ debole, tanto che avete deciso un importante aumento di capitale.
«Per Itas Vita abbiamo deliberato un aumento di capitale di 30 milioni di euro. La crescita costa e richiede un investimento di capitale a supporto. Lo ripeto: dobbiamo crescere con disciplina».
Siete preoccupati per il processo all’ex direttore generale Grassi e agli altri coinvolti nello scandalo scoppiato l’anno scorso?
«Non siamo preoccupati, siamo parte civile e vogliamo che si faccia piena luce sugli illeciti. Se ci sono responsabilità negli imputati, come sembra indicare il rinvio a giudizio, procederemo di conseguenza».
C’è però anche un’altra inchiesta in corso, quella sull’apporto di capitale di Vhv che si è rivelato un prestito e su cui alcuni documenti sarebbero stati nascosti, tanto da far ipotizzare il falso il bilancio.
«Il tema è delicato ma ricordo che siamo stati noi a scoprire lo scorso agosto l’accordo put & call tenuto nascosto e lo abbiamo segnalato ai primi di settembre all’Ivass, che ha doverosamente portato le carte in Procura perché verificasse se vi fosse un eventuale falso in bilancio».
In bilancio avete scritto che quell’accordo potrebbe anche non essere valido.
«In effetti potrebbe anche non essere ritenuto valido. Il finanziamento di capitale deve essere fatto con formule corrette. Ma con il socio tedesco Vhv andremo avanti se i rapporti saranno di reciproca soddisfazione. Con loro troveremo una soluzione, guidati dalla magistratura»